Spettano 280 euro in più sulle pensioni di reversibilità alle vedove con questi requisiti INPS 

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In caso di decesso, sia il coniuge superstite che i suoi eventuali figli hanno diritto a percepire gli assegni pensionistici del defunto. L’ammontare del rateo previdenziale non è fisso ma aumenta o diminuisce in riferimento ad alcuni importanti parametri. I nostri esperti hanno fornito indicazioni sull’importo delle pensioni di reversibilità INPS 2021 per il coniuge superstite. Ma subentrano variazioni se nel nucleo familiare rientrano ancora figli minorenni che ancora studiano e quindi fiscalmente a carico del genitore. Inoltre per determinare le somme spettanti si valutano le condizioni reddituali del beneficiario. VI sono infatti alcuni limiti reddituali in base ai quali l’Ente previdenziale valuta le percentuali cui ha diritto il coniuge e quelle da destinare ai figli.

Risulta pertanto fondamentale anzitutto capire con quale reddito si ha diritto al 75% e al 60% della pensione di reversibilità. E in particolare in quali situazioni si rischia di perdere una quota consistente sugli assegni previdenziali. Gli eventuali tagli sui ratei mensili partono dal momento in cui i figli terminano il percorso di studi? Oppure non si subiscono decurtazioni fino a quando non raggiungono l’indipendenza economica tramite contratti lavorativi? E inoltre quanto prende di reversibilità la vedova che lavora e percepisce già la pensione?   Bisogna inoltre sottolineare che si potrebbero richiedere anche alcuni ratei arretrati che molti titolari di pensione non ottengono perché non sanno di averne diritto. Non a caso spettano 280 euro in  più sulle pensioni di reversibilità alle vedove con questi requisiti INPS che ne fanno richiesta dopo il decesso del coniuge.

Spettano 280 euro in più sulle pensioni di reversibilità alle vedove con questi requisiti INPS

Oltre alle vedove potrebbero beneficiare di assegni arretrati anche gli altri eredi legittimari del defunto in questi particolari casi. Ovvero nella misura in cui il coniuge deceduto ha ottenuto il riconoscimento della pensione di invalidità civile secondo il dettato della Legge 118/1971. Se infatti si ottiene il riconoscimento dell’invalidità dopo l’avvenuto decesso del beneficiario i familiari possono richiedere le quote pensionistiche arretrate. E tale diritto si matura anche nel caso in cui il soggetto invalido venga a mancare prima della liquidazione dell’assegno previdenziale. In sostanza dopo la visita di accertamento sanitario gli eredi legittimari hanno diritto a riscuotere gli assegni maturati fino alla data del decesso.

Secondo la circolare INPS n. 148/2020 l’attuale importo delle pensioni di invalidità è pari a 287,09 euro mensili. Benché si tratti di una prestazione assistenziale e non sia quindi reversibile, la pensione di invalidità spetta comunque agli eredi limitatamente ai ratei già maturati. In assenza di altri eredi sarà la vedova ad ottenere la reversibilità degli assegni dal momento dell’accertamento fino a quello del decesso. Inoltre è possibile ottenere la liquidazione dei ratei previdenziali anche se il potenziale beneficiario viene a mancare prima di sottoporsi alla visita sanitaria. In tal caso sarà cura del coniuge superstite e/o degli altri eredi inoltrare la certificazione medica attestante lo stato di invalidità del defunto.

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