Sfreddare casa senza condizionatore e sfruttando Bonus per infissi

caldo

Per milioni di italiani l’estate 2022 passerà agli annali per almeno un paio di motivi. Il primo ha a che fare con il caldo torrido di queste settimane, che ormai si trascina avanti dal mese di giugno almeno. Il secondo motivo è in parte collegato anche al primo e rimanda agli eccessi dei costi energetici. Le bollette luce e gas sono schizzate alle stelle per tutta una serie di fattori.

Per il cittadino medio diventa una sfida quasi proibitiva rinfrescare casa senza patire i salassi in bolletta. Premesso ciò, ecco 5 modi per rinfrescare e sfreddare casa senza condizionatore e sfruttando anche i Bonus che il Governo ci mette a disposizione, evitando comunque di svuotare il portafoglio.

Attivare gli elettrodomestici al calar del sole

Com’è noto gli elettrodomestici, dal forno al frigo, dall’asciugacapelli alla lavatrice, etc., sono energivori. Ce ne accorgiamo sia in termini di incidenza in bolletta che di calore sprigionato. L’ideale sarebbe allora attivarli se, quando e per quanto possibile, al calar del giorno. Ad esempio si potrebbe decidere di cuocere in forno una torta la sera prima per il giorno dopo. Idem per il bucato e le altre faccende domestiche che per loro natura si possono spostare al termine della giornata.

Saper dosare aperture e chiusure di ante e finestre

Un altro doppio espediente passa per il giusto dosaggio delle aperture e/o chiusure di ante e finestre. Credenze, mobili e dispense varie sono in un certo senso dei piccoli accumulatori di calore in circolo. L’aria calda che entra di giorno inevitabilmente pervade anche questi spazi chiusi. Sarebbe quindi opportuno aprire le loro ante la sera per farli arieggiare.

Quanto a porte e finestre, invece, sarebbe meglio lasciarle socchiuse (o chiuse se non servono) di giorno, quando il sole picchia duro, e aprirle la sera. Anche nelle giornate più calde e afose si formano delle correnti d’aria più gradevole al calar del sole.

Sfreddare casa senza condizionatore e sfruttando Bonus per infissi

Un altro passaggio rimanda al non utilizzo delle lampadine ad incandescenza. Esse, infatti, sprecano una grande quantità di energia attraverso il calore che emettono. In sostanza è come avere dei piccoli fornellini accesi per le varie stanze della casa. Meglio farsi consigliare dall’elettricista di fiducia quali lampade installare, per avere un’ottima illuminazione domestica al giusto prezzo.

Infine vale la regola sempreverde di spruzzare acqua fredda lungo le tende poste a porte e finestre. L’aria calda che dall’esterno le attraverserà, infatti, si trasformerà in un vettore domestico che aiuterà a raffreddare l’ambiente interno.

Quali sono i Bonus infissi e quali attivare?

Nei casi estremi si potrebbe anche pensare di sostituire gli infissi esterni sfruttando alcuni dei Bonus casa ad oggi disponibili. Precisiamo subito che non esiste un vero e proprio Bonus infissi dedicato a questa sola voce di spesa. La legge, invece, ricomprende questi interventi all’interno di altre agevolazioni fiscali, vale a dire:

  • Superbonus 110%;
  • il Bonus ristrutturazioni;
  • l’Ecobonus.

La prima misura è attivabile dal contribuente solo in presenza di un lavoro trainante e il salto di almeno due classi energetiche dell’edificio. Cioè il cambio infissi deve risultare un intervento trainato e non costituire un lavoro a sé stante e stop. Il Bonus ristrutturazione concede una detrazione fiscale (spalmata in 10 anni) del 50% fino a un massimale di spesa di 96mila euro. Il cambio di persiane, serrande e infissi deve rientrare nell’ambito degli interventi di manutenzione straordinaria.

Quanto all’Ecobonus, esso è attivabile se l’intervento edilizio apporterà un aumento delle prestazioni energetiche dell’edificio. Anche in questo caso la detrazione è pari al 50% della spesa detraibile. Le misure saranno attivabili fino al 31 dicembre 2024 nel caso dell’Ecobonus e il Bonus ristrutturazione. Solo il Superbonus 110% arriverà a dicembre 2025, anche se scenderà l’aliquota della detrazione. Essa sarà pari al 110% per questo e il prossimo anno, mentre passerà al 70% e al 65% rispettivamente nel 2024 e nel 2025.

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