Secondo molti notai la donazione con riserva di usufrutto per trasferire un immobile a figli o parenti è utile, ma attenzione a questa impugnazione

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In un periodo di crisi e di crescita dei prezzi, come quello di oggi, sono moltissimi i genitori e i nonni che vogliono aiutare figli e nipoti. Spesso cercano di farlo attraverso la donazione di propri beni. Molti scelgono di aiutare i parenti più giovani in difficoltà con un contributo in denaro, magari mensile. Altri, invece, li vogliono aiutare regalandogli una casa o un immobile. Infatti, tanti pensano che regalare un immobile, o una casa dove abitare, sia la soluzione migliore per dare un aiuto concreto ai propri cari.

La legge prevede che i costi della donazione di immobili tra parenti siano molto bassi. Infatti, dispone una tassazione estremamente agevolata per questo tipo di atto. Proprio per questo, moltissime persone scelgono la strada della donazione di immobili per aiutare figli e parenti. Non sempre, però, chi regala case e immobili è ricco e facoltoso. È possibile anche che i genitori o i nonni vogliano donare ai figli e ai nipoti l’unica casa che possiedono. Vorrebbero, però, contemporaneamente continuare a viverci almeno fino al momento della dipartita, oppure fino a quando trovano un’altra sistemazione.

Un tipo particolare di donazione

Proprio per questo, secondo molti notai la donazione con usufrutto è utile. È il codice civile, articolo 796, che prevede questa tipologia di donazione. La legge permette ai genitori o ai nonni, che regalino l’immobile, di riservare a se stessi l’usufrutto del bene fino ad un certo termine. Dunque, siamo in presenza di una donazione che sarà completa solo in un certo momento nel futuro. Sarà il donante stesso a scegliere questo momento del futuro, che spesso, come detto, coincide con un evento come la propria dipartita. Il codice civile fa riferimento solo all’usufrutto, in realtà i giudici ritengono possibile anche riservarsi la superficie, la servitù, l’uso e l’abitazione.

Secondo molti notai la donazione con riserva di usufrutto per trasferire un immobile a figli o parenti è utile, ma attenzione a questa impugnazione

Si capisce bene, dunque, che questo tipo di donazione può interferire con le questioni legate al testamento e ad eventuali debiti. Infatti, il donante sta sostanzialmente anticipando una disposizione testamentaria. Attraverso lo strumento della donazione potrebbe, dunque, facilmente violare le quote legittime degli altri eredi. Il problema si pone soprattutto quando l’immobile è l’unico bene di valore del patrimonio del donante. Infatti, se questo procede alla donazione con riserva di usufrutto lo fa spesso proprio perché ha solo quell’immobile. Stesso problema si pone anche per eventuali creditori, che potrebbero vedere i propri crediti pregiudicati dalla donazione dell’unico bene di valore del debitore.

Per questo eredi e creditori possono impugnare la donazione con riserva di usufrutto utilizzando l’azione di collazione e la revocatoria. La Cote di Cassazione, con il provvedimento 29247/2020, ha chiarito un punto importante. Eredi e creditori dovranno, prima di recuperare il bene, risarcire il donatario delle spese effettuate per manutenere e migliorare il bene. Infatti, grazie a queste spese, non dovute, il bene ha aumentato il suo valore. Questo valore aggiuntivo va rimborsato al soggetto che ha eseguito i lavori.

Approfondimento

Anche in presenza di testamento o di donazione così gli eredi legittimi possono recuperare i beni che gli spettano e anche un intero immobile

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