Scattano aumenti pesanti non solo per chi ha un mutuo ma anche per chi acquista casa 

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Tempi duri per tanti e soprattutto per chi fa i conti per arrivare a fine mese. A volte, basta una spesa fuori programma per far saltare i piani. Ciò vale soprattutto per i dipendenti e pensionati magari monoreddito e con figli che devono fronteggiare imprevisti come il dentista o il meccanico. Tali spese sono chiaramente straordinarie. A complicare la situazione, poi,  arriva l’aumento di costi che già paghiamo come il rincaro delle bollette e dei carburanti. Ma non solo perché scattano aumenti pesanti per chi ha un mutuo a tasso variabile e si troverà a fine mese con una rata diversa.

Per bollette e benzina ci sono stati aiuti concreti dall’Amministrazione finanziaria per lenire gli aumenti e gli effetti distorsivi anche dell’inflazione sui risparmi. Invece per l’aumento inatteso del costo degli interessi cosa si potrebbe fare? In particolare, chiunque si approccia ad acquistare casa attraverso il finanziamento ipotecario sa bene che dovrà restituire alla banca oltre al capitale anche gli interessi. Questi possono essere stabiliti sia in misura fissa che variabile. Nel primo caso il tasso d’interesse è stabilito aggiungendo allo spread della banca il tasso EURIRS corrispondente alla durata. Nel secondo caso il tasso sarà composto dallo spread più l’EURIBOR in genere calcolato a 3 mesi. Pertanto, alla luce della situazione economica attuale potrebbe diventare preoccupante l’aumento dei tassi. Anche perché chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile potrebbe veder salire la rata per effetto dell’EURIBOR addirittura per importi considerevoli.

Scattano aumenti pesanti non solo per chi ha un mutuo ma anche per chi acquista casa

Per capire l’aumento basta pensare che l’ultima rilevazione dell’EURIBOR a 3 mesi. Al 7 di aprile il parametro misurava -0,449% a differenza di quello rilevato il 13 dicembre, ovvero -0,603%. Infatti in soli 5 mesi il tasso è aumentato di circa 0,15%. In termini pratici se volessimo applicare tale aumento ad un capitale residuo di 100.000 euro in 25 anni si tradurrebbe in 2.000 euro di interessi in più. Ovviamente limiterà i danni chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile con il cap. Ovvero con un limite all’ascesa del saggio d’interesse.

Pertanto sembra evidente che in questi casi sarà difficile fare dei conti esatti e l’unica via sarà quella di chiedere alla banca una rinegoziazione con passaggio a tasso fisso. Se la banca dovesse rifiutare si potrà comunque provare a trasportare il mutuo ad un’altra banca con la cosiddetta surroga.

Tali evidenze purtroppo sono valide anche per chi dovrà acquistare casa perchè andrà incontro a costi maggiori. In particolare non solo per il tasso variabile ma anche per il tasso fisso gli aumenti sono stati straordinari. Infatti il parametro di riferimento, l’EURIRS da gennaio ad oggi, in solo 4 mesi è aumentato del 1% passando da 0,38% a 1,41%. La portata di tale aumento è evidente se si pensa che con un debito residuo di 100.000 euro in 10 anni gli interessi in più aumentano di circa 5.000 euro. Il risultato? Rata più alta e maggiori difficoltà nell’accesso al mutuo soprattutto quando i redditi sono appena sufficienti.

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