Sai chi è il primo da pagare con i soldi dello stipendio di marzo e viene prima della rata del mutuo o dell’affitto? Da non credere!

Chi è il primo da pagare con i soldi dello stipendio di marzo

Nella maggioranza dei casi, il budget disponibile viene gestito secondo logiche approssimative. In parole semplici, i soldi si maneggiano secondo le spese che il calendario del mese impone di volta in volta. Vedremo i limiti di questa tecnica molto approssimativa che spesso sacrifica una voce: quella del risparmio.

Conto alla rovescia per il mese di marzo, che segnerà l’avvio della primavera e del bel tempo e quindi aumenteranno le cose da fare. Non altrettanto potremo dire sul fronte delle entrate: spesso i soldi disponibili saranno gli stessi o in diminuzione per via dell’inflazione. Cosa fare per non arrivare senza soldi a fine mese?

Come gestire i soldi dello stipendio di marzo

L’improvvisazione nella vita ha quasi sempre un prezzo. Nel caso dello stipendio mal gestito, lo scotto da pagare è quello di non arrivare a fine mese. Come fare?
Innanzitutto c’è da sapere che se non arrivi a fine mese ci sono tutta una serie di sussidi che puoi chiedere all’INPS o al Comune o altrove in base all’Ente erogante. Spesso si richiede il rispetto di alcuni vincoli patrimoniali e/o reddituali e/o di nucleo familiare per poterne avere diritto.
In secondo luogo vanno riviste le spese: sono tutte necessarie? Quelle superflue, per esempio, andrebbero eliminate o seriamente ridotte. Poi andrebbero riviste le spese fisse e variabili. I risparmi sulle prime sono di lunga durata, mentre sulle variabili tutto dipende dalla propria buona volontà. Ad esempio si potrebbe pagare con la giusta carta elettronica, che non sempre è quella di credito.

Sai chi è il primo da pagare con i soldi dello stipendio di marzo e viene prima della rata del mutuo o dell’affitto?

Infine bisogna adottare già da domani, marzo 2023, una sana politica di gestione dello stipendio. Le tecniche al riguardo si sprecano, e la più diffusa (ma non l’unica) è la regola del 50/30/20. Essa afferma che:

  • il 50% di tutte le entrate (rendite, redditi da capitale, da lavoro autonomo e dipendente) andrebbe destinato alle spese fisse. Per esse s’intendono tutte quelle che il 1° del mese sappiamo già che dovremo sostenere nel corso dello stesso mese ;
  • il 30% del budget dovrebbe servire per le spese variabili;
  • infine il residuo 20% andrebbe destinato al risparmio, magari da investire per generare una rendita.

Qual è il giorno migliore del mese per pensare ai risparmi?

Ora si può discutere sui pesi e modificarli in base alle esigenze o al contingente, ma l’impianto di fondo dovrebbe restare intatto. Ad esempio una famiglia monoreddito con figli a carico potrebbe dimezzare la quota risparmio per affrontare le maggiori spese variabili. E così via in base alle esigenze specifiche, ma momentanee.
Tuttavia, gli errori da non fare mai sono soprattutto tre. Primo, considerare la voce del risparmio come facoltativa o un’esigenza per benestanti. È falso perché gli imprevisti capitano a tutti, e chi ha meno risorse spesso va più in difficoltà. Strano ma vero, quindi, meno si incassa al mese e più bisognerebbe aver cura dei risparmi.
Secondo, iniziare a risparmiare a fine mese sui pochi soldi rimasti disponibili. Lì si tratta infatti di gestire i pochi spicci rimasti in tasca prima del nuovo accredito stipendio.

Quella è sopravvivenza, non risparmio. Invece sai chi è il primo da pagare con i soldi dello stipendio di marzo e viene prima della rata del mutuo o dell’affitto? Se stessi. In economia si dice che bisogna pagare in primis se stessi destinando subito, nel giorno dell’accredito, una quota di entrate ai risparmi.
Infine l’ideale sarebbe stornare i risparmi su un conto fruttifero (un conto deposito, buoni postali, un PAC, etc) completamente distinto dal c/c ordinario. I soldi ivi confluiti, infatti, andrebbero toccati solo per causa di forza maggiore o al raggiungimento degli obiettivi di investimento. E stop.

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