Quanto aumenta la pensione per ogni anno di contributi versati?

pensione

Per sapere quale sarà la nostra pensione, potremo procedere con semplici operazioni di calcolo. Naturalmente, poichè il nostro sistema legislativo è stato caratterizzato da una lunga serie di riforme pensionistiche, il sistema di calcolo varia da una categoria all’altra. In particolare, il calcolo che si applica alle vecchie generazioni è diverso da quello che si applicherà alle nuove. Quindi, alla domanda: “quanto aumenta la pensione per ogni anno di contributi versati?”, daremo risposte doverse a seconda del tipo di legge a cui è sottoposto il pensionato. Pertanto, per esemplificare, i lavoratori privati, pubblici e autonomi possono essere divisi in 3 gruppi, in base all’anzianità maturata a partire dal 31/12/1995. Quindi, avremo che:

1) quelli con almeno 18 anni di contributi. In questo caso, l’assegno pensionistico sarà calcolato con un sistema misto, cioè retributivo per l’anzianità maturata sino al 31/12/2011 e contributivo per il periodo successivo;

2) quelli con meno di 18 anni di contributi. Quivi, l’assegno pensionistico sarà calcolato con un sistema misto, cioè retributivo per l’anzianità maturata sino al 31/12/1995 e contributivo per il periodo successivo;

3) zero contributi al 31/12/1995. In questa ipotesi, l’assegno pensionistico sarà calcolato con il sistema contributivo, che si basa su quanto versato nel corso della vita lavorativa.

Come si calcola la pensione

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A questo punto, cerchiamo di dare una risposta concreta alla domanda iniziale, cioè:quanto aumenta la pensione per ogni anno di contributi versati?”. Quindi, partiamo col dire che per il sistema retributivo, la pensione è una percentuale della retribuzione pensionabile, che aumenta con l’aumentare degli anni di lavoro. Di conseguenza, la pensione è pari al 2% del reddito pensionabile moltiplicato per il numero di anni di anzianità contributiva (per un massimo di 40 anni).

Ne deriva che un lavoratore che ha lavorato per 35 anni, otterrà il 70% del reddito pensionabile. Diversamente accade per il calcolo contributivo, ove la pensione è calcolata sulla base dei contributi pagati (pari al 33% della retribuzione per i dipendenti). In tal caso, inoltre, detti contributi versati da chi lavora, vengono utilizzati anno per anno per pagare le pensioni in corso. Quindi, è come se venissero investiti in una sorta di conto corrente e rivalutati in base alla crescita del PIL.

Cosicchè, al momento del pensionamento, il cosiddetto montante contributivo, sarà costituito dalla somma dei contributi e delle rivalutazioni. Detto ammontare, si trasforma in pensione, se moltiplicato per un coefficiente legato all’età del pensionamento. Infine, si precisa che Dal 2013, i coefficienti sono stati aggiornati in considerazione della variazione della speranza di vita, che si è allungata.

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