Quanti soldi si possono tenere sul libretto postale?

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Chi ha appena aperto un libretto postale magari si sta chiedendo quanti soldi si possono tenere in giacenza presso Poste Italiane. Se ci sono dei limiti di deposito che non si devono superare o quanto convenga lasciare inutilizzati i contanti sul libretto di risparmio. Nel precedente articolo “5 ragioni per tenere pochi soldi sul conto corrente” abbiamo dato consigli sulla giacenza della liquidità in banca.

Analizziamo in breve quanti soldi si possono tenere sul libretto postale e quel limite di deposito non conviene superare. L’intestatario di un libretto di risparmio utilizza questo prodotto semplice ed economico di Poste Italiane ormai da decenni. Il piccolo risparmiatore che vuole mettere da parte del denaro sa di poter contare sul libretto postale senza correre il rischio di perdite. Pur assicurando margini di rendita non appetibili, il libretto di risparmio resta la scelta più comoda per chi non vuole impelagarsi nei prodotti di investimento.

Quanti soldi si possono tenere sul libretto postale?

Non esiste un limite per il deposito di somme di denaro sul libretto postale. L’intestatario può liberamente disporre di accumulare anche quote assai rilevanti di liquidità. D’altronde è innegabile il piacere che deriva dal veder lievitare la giacenza su un conto corrente o su un libretto di risparmio. Il godimento dell’accumulo non deve tuttavia farvi perdere di vista alcuni possibili rischi e svantaggi.

Si raccomanda difatti prudenza anche dinanzi ad un prodotto finanziario sicuro e affidabile come il libretto postale. Il titolare deve difatti considerare che i risparmi in giacenza godono di totale garanzia fino alla soglia limite di 100mila euro. Oltrepassato tale tetto la liquidità in deposito potrebbe essere oggetto di prelievo forzoso in caso di bail in. E ciò nonostante la tutela che Cassa Depositi e Prestiti assicura in base alle garanzie che lo Stato offre tanto sui buoni fruttiferi quanto sui libretti postali.

Per chi intenda leggere la normativa vigente sui libretti di risparmio si rimanda all’articolo 5 del decreto legge n. 269/2003 e al decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 6 ottobre 2004.

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