Quando i soldi investiti sui buoni fruttiferi postali rendono il 10% in 4 anni

libretto

Dallo scorso 27 ottobre Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha ritoccato al rialzo i rendimenti attivi offerti ai risparmiatori. Stiamo parlando tanto della nuova offerta Supersmart per alcuni titolari di libretto postale, quanto dei potenziali guadagni sui buoni fruttiferi.

La decisione di CDP segue il generale rialzo dei rendimenti che sta caratterizzando il 2022. L’inflazione alle stelle sta costringendo gli emittenti a offrire tassi maggiori sui loro prodotti. Tuttavia, si tratta di rendimenti reali nettamente negativi se rapportati all’attuale carovita.

Una possibile via d’uscita potrebbe passare per la scelta di un prodotto di medio-lungo termine con un buon rendimento nominale. Poi sperare in un drastico crollo dell’inflazione, in modo tale da avere in mano un investimento a rendimento reale futuro positivo. Una circostanza che negli anni Ottanta hanno sperimentato per esempio i titolari dei BFP di lungo termine.

Al riguardo vediamo adesso quando i soldi investiti sui buoni fruttiferi postali rendono almeno un 10% lordo nel giro di pochi anni.

Le caratteristiche del buono fruttifero 4 anni risparmiosemplice

Tra i prodotti della scuderia CDP spicca il buono 4 anni risparmiosemplice. Si tratta di un titolo dematerializzato di medio termine, considerato che dura solo 48 mesi.

Il risparmiatore può sottoscriverlo solo con l’attivazione di un Piano di risparmio risparmiosemplice. È il servizio erogato dall’intermediario Poste per sottoscrivere i BFP a cadenza periodica, anche per piccoli importi. In tal modo si bypassa l’annoso problema di dover disporre di un grosso capitale in partenza, prima di effettuare un investimento. Insomma, la soluzione perfetta per investire con costanza nel tempo anche con piccole cifre a disposizione.

Riguardo al Piano di risparmio, il prodotto prevede sottoscrizioni periodiche mensili o bimestrali ogni 5 o 27 del mese. Oppure sottoscrizioni da reinvestimento, quando il capitale netto derivante dalla scadenza di un buono 4 anni risparmiosemplice viene reinvestito. Infine prevede le sottoscrizioni aggiuntive giornaliere di importo tra i 50 e i 10mila euro.

In tutti i casi, ad ogni sottoscrizione corrisponde l’emissione di un singolo buono risparmiosemplice.

Questi titoli possono essere intestati solo a persone fisiche maggiorenni e fino a un massimo di 4 cointestatari. Inoltre i buoni devono avere la stessa titolarità del c/c o libretto postale necessari per sottoscriverli.

Costi, importi sottoscrivibili e rimborso anticipato del titolo

Il taglio minimo di sottoscrizione è pari a 50 euro e relativi multipli. Di contro l’imposto massimo sottoscrivibile da un risparmiatore, in una stessa giornata in uno o più uffici postali, non può eccedere i 10mila euro.

Al pari degli altri prodotti del risparmio postale, non sono previsti costi di sottoscrizione, gestione e rimborso finale. Fanno eccezione i soli oneri fiscali, ossia quanto dovuto al Fisco. Qui troviamo la tassazione del 12,50% sugli interessi attivi e l’imposta di bollo nei soli casi dovuti. In pratica quando il valore di rimborso complessivo dei BFP detenuti eccede i 5mila euro.

Il loro rimborso può avvenire tanto a scadenza quanto prima di tale termine (si tratta di un’opzione concessa a tutti i BFP). In questo secondo caso l’emittente non riconosce gli interessi, ma solo il capitale versato (per questa tipologia di buono). Ricordiamo che a partire dalla data della scadenza decorre il periodo di prescrizione dei titoli cartacei. Non vale altrettanto per quelli dematerializzati, in quanto rimborsati in automatico sul libretto o conto postale alla data di scadenza.

Vediamo quando i soldi investiti sui buoni fruttiferi postali rendono un 10% lordo complessivo

Questo titolo riconosce al sottoscrittore interessi annui a tasso fisso. Essi sono corrisposti al netto e a scadenza, cioè al 4° e ultimo anno di vita del prodotto, insieme al rimborso del capitale. Gli interessi, in particolare, sono calcolati su base annua in regime di capitalizzazione composta.

A partire dal 27 ottobre l’emittente riconosce a scadenza due distinti tassi effettivi di rendimento annui lordi. Quello standard è pari all’1,50% mentre quello premiale, cioè al raggiungimento di un minimo di 24 sottoscrizioni periodiche, è del 2,50%.

Nel dettaglio, i coefficienti da applicare al capitale a scadenza sono pari a:

Detta diversamente, un investimento di 1.000 euro a 4 anni premiale darebbe diritto a un montante netto di 1.090,83 euro.

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