Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro il pensionato che sfrutterà 3 anni prima la pensione con 20 anni di contributi 

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Il 31 dicembre 2022 è la data di scadenza della sperimentazione di Quota 102. La misura nata dopo l’altra sperimentazione, cioè quella triennale della Quota 100, volge al termine. Probabilmente però, l’età pensionabile prevista per la Quota 102, cioè i 64 anni resteranno in vigore e diventerà l’età minima per accedere ad una serie di nuove pensioni flessibili. In effetti i 64 anni potrebbero diventare l’età per lasciare il lavoro con la nuova pensione flessibile su cui sta lavorando il Governo. Dal primo gennaio 2023 l’idea è quella di aprire le porte della pensione con combinazione 64+20. Ma sarà una misura non priva di controindicazioni, soprattutto per alcuni lavoratori e per l’assegno

Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro il pensionato che sfrutterà 3 anni prima la pensione con 20 anni di contributi

La pensione a 64 anni con 20 di contributi sembra che stia per mettere d’accordo Governo e sindacati. Ma mentre i sindacati spingono per una misura priva di penalizzazioni di assegno, il Governo pensa ad una misura esclusivamente contributiva. Secondo la linea del Governo, fare i conti con dei tagli è necessario. Significa che chiunque esca dal lavoro con questa misura dovrà accettare il ricalcolo completamente contributivo dell’assegno. Tradotto in soldoni, un taglio di assegno tanto più elevato quanti più anni di lavoro sono stati effettuati in epoca retributiva.

La penalizzazione per i misti e come si calcola

Uscire a 64 anni significa anticipare di 3 anni la pensione rispetto alla quiescenza ordinaria. La pensione di vecchiaia prevede la combinazione 67+20, mentre l’ipotetica nuova prestazione flessibile si ferma a 64+20. In base a questi vent’anni di contributi, la penalizzazione non sarà uguale per tutti. Il taglio maggiore verrà applicato a quei lavoratori che più si avvicinano ai 18 anni di versamenti prima del primo gennaio 1996.

Infatti, sono questi i lavoratori che per poco non hanno maturato il diritto al calcolo retributivo fino al 2012. Lavoratori che hanno invece diritto al calcolo più vantaggioso solo fino al 31 dicembre 1995. In buona sostanza questi lavoratori che a 67 anni avrebbero dovuto percepire un assegno di circa 1.200 euro al mese, per via dell’anticipo ne otterranno uno di circa 1.000 euro. Infatti per loro si materializza il picco massimo di penalizzazione calcolato sulla nuova misura. E sarà un taglio di poco superiore al 18%. Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro chi anticipa la pensione, ma secondo il Governo, sarebbe uno scotto da pagare.

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