Perché una società quotata lancia un piano di buy back?

Perché una società quotata lancia un piano di buy back

Spesso si legge di società quotate che lanciano piani di buy back. Acquistano cioè azioni proprie. Perché una società quotata lancia un piano di buy back? Quale potrebbe essere l’obiettivo principale? Dopo avere risposto a queste domande tratteremo il caso di un titolo che recentemente ha avviato questo tipo di operazione.

Con l’espressione inglese buy back si intende il riacquisto di azioni proprie da parte di una società quotata. Questo tipo di operazione non può essere condotta liberamente, ma è regolamentata dagli articoli 2357-2358 del Codice Civile.

Tralasciando gli aspetti giuridici che regolamentano un piano di buy back, cerchiamo di rispondere alla seguente domanda.

Perché una società quotata lancia un piano di buy back?

Qui di seguito alcune delle principali motivazioni che porta una società quotata a riacquistare azioni proprie:

  • inviare al mercato un segnale di fiducia. Quando la società investe su se stessa è un implicito apprezzamento dei titoli della stessa società;
  • sostenere in Borsa il valore del titolo. Un aumento della domanda del titolo generata dal buy back corrisponde un incremento del valore delle azioni. Questo genere di operazioni è finalizzato anche a regolarizzare le negoziazioni su un titolo in momenti di particolare instabilità del mercato;
  • creazione di una riserva di titoli del gruppo che sarà, in un secondo momento, utilizzata per acquisizioni e/o scambi azionari con altre società;
  • reperire sul mercato le azioni  per stock option che poi saranno concesse in opzione ai manager del gruppo in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi economico-finanziari;
  • garantire determinati assetti proprietari nella compagine azionaria;
  • avviare delle riduzioni del capitale sociale della società che lo vara. Si tratta di un’altra operazione che favorisce i corsi di Borsa e che, appunto, passa per l’acquisto di azioni proprie che, in una seconda fase, vengono ritirate dal mercato.

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Le prospettive del titolo Alfio Bardolla Training Group

La situazione sul titolo è abbastanza incerta. Come si vede dal grafico, infatti, dopo l’ampia barra al rialzo di inizio luglio tutte le settimane successive sono state di inside. Ciò spiega il perché delle medie molto appiattite e della mancanza di indicazioni chiare sul futuro del titolo. Un altro aspetto da notare è che dopo l’importante movimento settimanale di luglio i volumi sul titolo si sono ridotti tantissimo. Si è passati, infatti, da circa 160.000 azioni scambiate settimanalmente a circa 30.000. Una brusca riduzione che ha ridotto a circa 60.000 euro il controvalore scambiato settimanalmente, ovvero poco più di 10.000 euro al giorno. Bisogna, quindi, fare molta attenzione a questo aspetto.

A questo punto solo la rottura degli estremi della barra di luglio potrebbe dare direzionalità al titolo. Ricordiamo che il livello da monitorare al rialzo passa per area 2,70 euro, mentre quello al ribasso passa per 1,88 euro.

Per concludere ricordiamo che recentemente a Piazza Affari i piani di riacquisto di azioni proprie sono diventati molto frequenti. Probabilmente a causa dei prezzi a forte sconto raggiunti dalle aziende. Tra le azioni che hanno approvato e/o stanno portando avanti un piano di buy back ci sono Alfio Bardolla Training Group, Generali Assicurazioni e Unicredit.

La lunga fase laterale in corso da luglio

La lunga fase laterale in corso da luglio – proiezionidiborsa.it

Le raccomandazioni degli analisti

Allo stato attuale sono solo due gli analisti che coprono il titolo. L’aspetto interessante è che la differenza nel prezzo obiettivo è inferiore allo 0,5%. Il prezzo obiettivo medio, invece, esprime una sottovalutazione di circa il 300%.

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