Per la pensione anticipata ecco come aumentano i requisiti dal 2026 in poi

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La fretta di andare in pensione scatta al raggiungimento di una certa età. Solitamente dopo il compimento dei 60 anni quando ci si sente ormai vicini alla meta tanto agognata. Con la stanchezza che comincia a farsi sentire, dopo una vita di lavoro, quindi, è più che lecito pensare all’uscita dal mondo del lavoro. E a valutare quanto manca per potersi collocare definitivamente in quiescenza. Ma, mentre è abbastanza semplice programmare il pensionamento per chi deve aspettare un massimo di 4 anni, lo è un po’ meno per chi è ancora lontano. Perché dal 2026 per la pensione anticipata ecco come aumentano i requisiti di accesso.

Dal 2026 stop al congelamento dei requisiti

La Legge di Bilancio 2019 ha congelato i requisiti di accesso alla pensione anticipata fino al 31 dicembre 2026. Si può centrare il pensionamento, quindi, con:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne.

Ma cosa accadrà dopo il 2026 e quanti contributi occorreranno per poter ambire al pensionamento prima dei 67 anni? Perché a partire dal 2027 il congelamento dei requisiti verrà meno e si riapplicano gli aumenti in base agli adeguamenti alla speranza di vita ISTAT. Anche sulla pensione anticipata ordinaria. E quindi, i requisiti sopra menzionati non saranno più sufficienti.

Per la pensione anticipata ecco come aumentano i requisiti dal 2026 in poi

In base alle elaborazioni dell’INPS a partire dal 2027 ci dovrebbero essere 4 scatti da 3 mesi ogni biennio per l’adeguamento in questione. E questo significa che per chi dovrà attendere dopo il 2026, andare in pensione potrebbe richiedere diversi mesi di contributi in più. Questo scenario è quello che si presenta nel post Covid 19, perché prima della pandemia era previsto un aumento di 3 mesi ogni bimestre, ma solo fino al 2026. Dopodiché sarebbe stato di 2 mesi ogni bimestre.

Ma con la pandemia fino al 2024 non sono previsti aumenti dell’età pensionabile. Il virus, infatti, ha bloccato l’aumento dell’aspettativa di vita e con esso anche l’aumento dell’età pensionabile.

Dal 2027, quindi, ogni bimestre per 4 volte, i requisiti dovrebbe aumentare di 3 mesi secondo il seguente schema:

  • 2027 e 2028: +3 mesi (43 anni e 1 mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno che le donne);
  • 2029 e 2030: +3 mesi (43 anni e 4 mesi di contributi per gli uomini);
  • 2031 e 2032: + 3 mesi (43 anni e 7 mesi di contributi per gli uomini);
  • 2033 e 2034: +3 mesi (43 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini);
  • 2035 e 2036: +2 mesi (44 anni di contributi per gli uomini).

Ovviamente l’aumento dell’età pensionabile non riguarda solo coloro che sceglieranno l’anticipata ordinaria per la quiescenza. Ogni trattamento previdenziale, infatti, è soggetto agli adeguamenti in pensione. E proprio per questo, per non veder slittare troppo a lungo la possibilità di uscita, è bene ricordare che ci sono diverse misure che permettono l’anticipo.

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