Pensioni: sfatiamo i falsi miti sulla previdenza

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Prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria, si era avuta una chiara visione del sistema pensionistico italiano. Era stato infatti presentato l’ultimo rapporto del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. All’interno c’erano molti dati interessanti. Alcuni di essi persino inediti, almeno per il grande pubblico. Una parte del report, infatti, sfatava diversi falsi miti relativi alle pensioni. Quali sono? Vediamo di spiegarli in breve.

Pensioni: sfatiamo i falsi miti sulla previdenza. Spesso sentiamo dire nei dibattiti che oltre la metà delle prestazioni erogate in Italia sono basse. Per la precisione che siano sono sotto i mille euro. E’ davvero così? In Italia abbiamo 23 milioni di prestazioni e 16 milioni di pensionati. Se si fa la divisione tra il monte spesa e 23 milioni, abbiamo delle pensioni basse. Ma ogni pensionato prende quasi una pensione e mezza. Quindi è evidente che se si fa la divisione tra il monte spesa e i pensionati otteniamo un risultato diverso. Certamente molto più alto. E quindi molto sopra i 1.000 euro. Purtroppo in Italia abbiamo un fenomeno che è piuttosto grave, a ben vedere. Che su 16 milioni di pensionati, 8 milioni sono totalmente o parzialmente assistiti. E questi hanno pensioni ovviamente sotto i mille euro.

Pensioni: sfatiamo i falsi miti sulla previdenza

Un’altra cosa che si dice spesso riguarda le donne. Ed è che le donne ricevano una pensione di molto inferiore a quelle degli uomini. E’ il cosiddetto gender gap. Cosa dice il rapporto in questo senso? Il rapporto segnala che in Italia succede come nel resto degli altri paesi europei. Ossia c’è ancora una differenza a parità di mansioni tra uomini e donne. Anche se questa differenza si è molto ridotta nel tempo. Per quanto riguarda le pensioni, anche qui è lo stesso discorso. Se si divide il monte pensioni per il numero delle donne, si ottengono ovviamente delle prestazioni più basse. Bisogna però considerare un’altra cosa.

Quasi l’ottanta per cento delle prestazioni tra i superstiti, cioè le pensioni che derivano da una pensione diretta, quindi le vedove, è donna. E le pensioni ai superstiti valgono il 50 per cento delle pensioni ordinarie. Che normalmente sono appannaggio dei maschi. Per cui se si divide e si considerano anche queste prestazioni, diamo un dato falsato. Perché già per loro conto sono la metà, come valore delle altre. Se togliamo invece tutte quelle pensioni assistenziali e le pensioni ai superstiti, c’è ancora una differenza. Ma è una differenza che va tra il 15 e il 20%. La speranza è si possa colmare presto.

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