Pensione anticipata dal 2023 al 2026 e l’età non conta

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Sono sostanzialmente due le misure più importanti del sistema previdenziale italiano. Si tratta della pensione anticipata e di quella di vecchiaia. Per questo entrambe si chiamano pensioni ordinarie. La pensione anticipata, che è quella che una volta si chiamava pensione di anzianità (fu la Fornero con la sua riforma a sostituire la pensione di anzianità con le anticipate), si raggiunge dopo una lunga carriera a prescindere dall’età. La pensione di vecchiaia è una pensione di combinazione, cioè al raggiungimento di una determinata età e di un certo numero di anni di contributi versati. In entrambi i casi i requisiti per uscire dal lavoro resteranno congelati fino al 2026. E per chi punta all’anticipata, i progetti possono essere già fatti.

Pensione anticipata dal 2023 al 2026 e l’età non conta

Come si esce dal lavoro senza limiti di età è una domanda di facile risposta. Con la pensione anticipata ordinaria nel 2023 per tutti, ecco come effettivamente i lavoratori possono prescindere dall’età. Infatti per gli uomini anche nel 2023 basteranno 42 anni e 10 mesi di contributi versati. Per le donne, invece, basteranno 41 anni e 10 mesi. Requisiti congelati non solo nel 2023. Infatti nessun collegamento all’aspettativa di vita fino al 2026 anche per le pensioni anticipate ordinarie. Requisiti quindi invariati per molti anni per quanto concerne le pensioni anticipate. Resterà fisso anche il vincolo dei cinque anni di contribuzione effettiva e quindi senza tenere in considerazione i contributi relativi a malattia o a disoccupazione.

Pure la Quota 41 è strutturale e sarà così fino al 2026

Resterà in vigore anche nel 2023 e con requisiti congelati fino al 2026 pure la Quota 41 per i precoci. Ormai la Quota 41 per i lavoratori precoci è diventata una misura parallela a quella anticipata, dal momento che consente di anticipare di qualche anno l’uscita dal lavoro sempre senza limiti di età. Naturalmente il discorso è sempre lo stesso, perché si tratta di una misura limitata a chi ha un anno di contributi versati prima del diciannovesimo anno di età. E resta inalterata anche la platea, perché si parte come sempre dai lavori gravosi e si continua con i disoccupati, gli invalidi e i caregiver.

Per le anticipate resta la decorrenza posticipata

Pensione anticipata ordinaria e Quota 41 sono le uniche due misure previste dall’ordinamento che non hanno alcun limite di età. Il vantaggio quindi è che, al maturare di una determinata anzianità contributiva, un lavoratore può uscire dal lavoro in qualsiasi momento.

La novità introdotta nel 2022 continuerà ad essere valida anche per gli anni successivi perché ormai sia per Quota 41 che per la pensione anticipata ordinaria la decorrenza non è più misurata dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si completano i 42,10 anni di contributi per gli uomini, 41,10 anni di contributi per le donne o i 41 anni per tutti con la Quota 41. La decorrenza slitta esattamente di 3 mesi, sempre a partire dalla data in cui si maturano i requisiti. È il meccanismo delle finestre mobili introdotto a partire dal primo gennaio 2022. È questo quindi lo scenario per la pensione anticipata dal 2023 al 2026.

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