Pensione 2022 a 64 anni e Quota 41 per tutti o con penalizzazione?

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Il Governo è impegnato su molti fronti e allo studio anche tutte le possibili proposte sulla riforma pensioni per il 2022. Le proposte presentate sono finalizzate ad eliminare gradualmente lo scalone di 5 anni lasciato da Quota 100. Ma come sarà la pensione 2022 a 64 anni e Quota 41 per tutti o con penalizzazione? Vediamo tutte le proposte del Governo sulla riforma pensioni.

Pensione 2022 a 64 anni e Quota 41 per tutti o con penalizzazione?

La Quota 100 termina il suo triennio sperimentale il 31 dicembre 2021 e non sarà mai più considerata, perché troppo costosa per le casse INPS.

Quindi, nasce l’esigenza di ristrutturare il nostro sistema previdenziale. Inoltre, è necessario creare una misura pensionistica che permetta gradualmente di affrontare il vuoto che lascia la pensione anticipata Quota 100.

Da questo obiettivo e nell’ottica di ridurre i costi che gravano sull’INPS, è partita la proposta della pensione a 64 anni con 20 anni di contributi. Si tratta di una pensione anticipata calcolata interamente con il sistema contributivo.

Questo comporta un vantaggio per le casse dello Stato ma uno svantaggio per il lavoratore. Soprattutto, per i lavoratori che hanno contributi soggetti al sistema retributivo o misto.

Questa riforma pensione incute timore per i nati nel 1960 e sono varie le proposte dei sindacati per evitare tale penalizzazione.

Quota 41 per tutti

Affiancata alla pensione anticipata con 64 anni di età e 20 anni di contributi c’è la proposta della Quota 41 per tutti.

Questa nuova misura prevede il pensionamento anticipato con il solo requisito contributivo, ed elimina i vari vincoli attualmente richiesti. Si tratterebbe di abbassare il requisito contributivo dell’attuale pensione anticipata.

Infatti, attualmente è possibile accedere con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Con la nuova proposta basterebbero solo 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Questa proposta trova consensi non solo dai sindacati ma anche dal Sottosegretario dell’Economia, Claudio Durigon.

Lo scoglio più grande di questa misura è legato alla reperibilità dei fondi. La Corte dei Conti ha giudicato la Quota 41 per tutti troppo onerosa.

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