Ora lo dice anche la Cassazione che un avvocato può dover risarcire il danno per calunnia ai collaboratori

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La figura dell’avvocato è sottoposta a una pluralità di doveri connessi con l’esercizio della professione. Questo è un dato di fatto che occorre tenere in considerazione quando abbiamo bisogno di rivolgerci a questa figura. Ad esempio di recente abbiamo parlato di quando l’avvocato è obbligato a risarcire il cliente per non averlo dissuaso dall’intraprendere un’azione temeraria. Questa situazione potrebbe averci riguardato se, dall’azione che abbiamo intrapreso, sono conseguiti danni e questi sono stati causati dalla colpevole azione od amissione del nostro assistente legale. D’altronde, gli obblighi cui è sottoposto sono quelli degli articoli 1176 e 2236 del Codice Civile.

Ma questa potrebbe non essere l’unica situazione in cui l’avvocato risarcisce a causa di un comportamento non corretto. Tutele rafforzate sono previste anche nei confronti di altri colleghi, in nome della particolare rilevanza del buon nome in un ambito come quello professionale. D’altronde, infatti, ora lo dice anche la Cassazione che un avvocato può dover risarcire il danno per calunnia ai collaboratori.

Una calunnia nei confronti dei collaboratori

La Cassazione ha riconosciuto il danno morale ai collaboratori di un avvocato che li aveva ingiustamente accusati di aver manomesso un documento. Questo è avvenuto con la sentenza numero 25311/2021 e che riguardava una decisione della Corte di Appello di Milano dell’ottobre 2020. Nel caso di specie, un avvocato aveva addossato la responsabilità della produzione di un atto fasullo ai propri giovani collaboratori, tra i quali alcuni praticanti (i quali dunque non avevano ancora ottenuto l’abilitazione alla professione). Il giudice ha riconosciuto il quantitativo da restituire come risarcimento per danni morali in via equitativa, vista l’impossibilità di quantificarlo con dati certi.

Ciononostante, il giudice ha riconosciuto l’elevata sofferenza psicologica subita, anche in considerazione del tono particolarmente odioso e infamante per quanti si avviano ad operare nel mondo della carriera professionale. I giovani si erano costituiti parte civile nel processo. Peraltro il reato di calunnia, per essere configurabile, non necessita dell’avvio del procedimento a carico del calunniato, dunque lo si è individuato nel corso del processo. Infatti, una persona univoca e facilmente individuabile aveva compiuto l’accusa infondata, e questo la rendeva passibile di azione per calunnia.

Ora lo dice anche la Cassazione che un avvocato può dover risarcire il danno per calunnia ai collaboratori

Ecco allora che la Corte di Cassazione conferma la specialità del particolare legame che dovrebbe intercorrere tra i collaboratori di uno studio. Il vincolo di correttezza professionale deve operare e guidare l’operato del cosiddetto “dominus” di uno studio.

Questa sentenza potrebbe rappresentare una garanzia ulteriore per i collaboratori di uno studio, certificando un riconoscimento della loro dignità professionale.

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