Nel casinò delle criptovalute: bolla o rivoluzione in potenza?

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Forse siamo stati troppo frettolosi nel derubricare il fenomeno criptovalute. La capitalizzazione complessiva del comparto è balzata a 750 miliardi di dollari, con il Bitcoin che da solo vale 500 miliardi. Nel novembre 2020, Bitcoin ha guadagnato quasi il 50% salendo con decisione sopra quota 15mila dollari, con una quotazione più che doppia rispetto a inizio anno quando di dollari ne valeva 7mila. Sembra di essere tornati indietro di tre anni, quando la popolare criptovaluta registrò un’impennata arrivando a ridosso di 20mila dollari. Allora però il Bitcoin era una valuta misteriosa, sconosciuta ai più, che doveva la sua notorietà per la sua spettacolare performance che per la sua funzione. Oggi, le criptovalute e il sistema della blockchain sono uno strumento ben più consolidato che, sull’onda di una crescente domanda da parte degli investitori, inizia ad introdursi anche nelle grandi banche internazionali.

Le tecnologie Blockchain sono già state integrate senza soluzione di continuità in molte aziende. La tecnologia della blockchain garantisce infatti un alto livello di sicurezza, poiché tutte le transazioni effettuate vengono registrate e provviste di un codice. Grazie all’ecosistema della blockchain, le criptovalute hanno guadagnato crescente popolarità.

Il settore delle criptovalute vive dunque un’epoca d’oro, incentivata dallo sdoganamento da parte di banche e istituzioni. Quella che per molti sarebbe dovuta essere la grande rivoluzione economico-finanziaria del secolo ha sicuramente cambiato la fruizione di molti servizi online, come ad esempio gli operatori di gioco, che hanno saputo sfruttare il nuovo prestigio del brand Bitcoin per rinforzare i loro unique selling point più forti.

criptovaluteFonte: Freepik

Casinò online e Bitcoin: un connubio significativo?

Le partnership tra operatori di gioco online e Bitcoin nasce circa 10 anni fa, preceduto da altre monete, poi congedate perché ritenute meno affidabili. La sicurezza offerta ai fruitori e la tecnologia della Blockchain hanno rappresentato la chiave del successo. Infatti, la blockchain, ossia il database dei partecipanti, non solo è accessibile al pubblico ma contiene tutti i dati delle transazioni e consente di controllare i movimenti delle controparti pur restando completamente anonimi.

Tra le tante ragioni per cui i casinò con Bitcoin sono diventati così popolari – i siti di comparazione registrano moltissime piattaforme che hanno integrato simili portafogli digitali – primeggiano l’anonimato e la velocità delle transazioni. I fondi, infatti, possono essere trasferiti istantaneamente nel portafoglio elettronico e utilizzati per altre transazioni in criptovaluta, o convertiti in contanti senza che vi sia interazione con la banca o con le istituzioni finanziarie.

La chiave, ovviamente, è minimizzare i costi di transazione. Inoltre, in settori del genere Bitcoin ha una marcia in più rispetto alle altre criptovalute perché è facilmente suddivisibile, consentendo di piazzare anche giocate basse. Questo aspetto si riscontra facilmente nel marketing: i casinò che accettano i Bitcoin tengono a sottolineare sicurezza, privacy, spese di commissione molto basse, velocità delle transazioni e garanzia del gioco leale.

Per questo motivo, molti utenti percepiscono le criptovalute e i casinò online come una coppia perfetta. Grazie alla tecnologia mobile, che rende l’industria del gioco molto più accessibile, i casinò online hanno acquisito crescente popolarità e le criptovalute hanno offerto un punto di vendita unico, attirando una nuova clientela. Un’offerta con la quale le altre forme di valuta tradizionale semplicemente non possono competere, perché i casinò con Bitcoin sono un prodotto dell’era digitale, un’era in cui c’è sempre meno spazio per banconote e monete.

Bitcoin generation: chi sono i bitcoiners?

Se è vero l’acquisto diretto di criptovalute è sicuramente la forma più immediata è pur vero che non si tratta della più semplice: richiede infatti buone competenze informatiche e soprattutto un’elevata conoscenza delle pratiche di sicurezza. Ed è proprio questo il motivo principale che ha tenuto tante persone lontane dall’universo delle criptomonete. Investire in criptovalute è, infatti, una pratica relativamente recente e non è esattamente facile come interagire con un consulente finanziario per acquistare un’azione, un titolo di stato o una polizza, soprattutto per le generazioni che faticano già solo ad abbandonare il contante in favore di portafogli digitali e carte di credito.

Acquistare Bitcoin richiede una discreta alfabetizzazione informatica, il che esclude automaticamente una grossa fetta della popolazione. Non è un caso dunque se gli investitori o utenti più attivi sono giovani e giovanissimi. I risparmiatori tradizionali, che in Italia detengono in banca circa 1.400 miliardi di euro non investiti, non si sono (ancora) avventurati nel mondo delle criptovalute. In questo mondo finanziario completamente virtuale il concetto di banca si ribalta: gli utenti diventano un vero proprio sportello bancario e, senza l’aiuto di un consulente finanziario, si occupano di comprare, vendere trasferire o conservare le criptovalute. In caso di smarrimento di password, o meglio i codici, alla base delle criptomonete, non c’è banca o assicurazione che tenga: l’investimento è da considerarsi perso e le criptovalute passano in mano a qualcun altro o finiscono in un limbo non più accessibile dalla blockchain.

Bitcoin, Ethereum, Ripple e la selezione della specie

C’è un universo oltre il Bitcoin: ogni giorno nascono nuove criptovalute, ognuna con una sua peculiare funzione. La criptovaluta Verge, la Doge DarkCoin, ha iniziato a spopolare nel 2014 ma solo nel 2017 le quotazioni hanno iniziato a cavalcare la febbre da cripto-trading e alla fine del 2018 la valuta ha raggiunto una capitalizzazione di 1 miliardo di dollari. Attualmente, si contano circa 1500 valute digitali, inclusa Petro, il progetto di criptovaluta venezuelana garantita dal petrolio del paese e annunciata dal governo Maduro come un nuovo modo per attrarre capitali nel Paese.

Secondo un rapporto di Goldman Sachs, una delle poche banche d’affari che sin dall’inizio non ha disdegnato l’idea delle criptovalute, è probabile che la maggioranza delle criptovalute oggi in circolazione azzereranno il proprio valore. Il paragone con la dot-com bubble di fine anni ‘90 sorge spontaneo. Le società che affermavano di occuparsi della novella tecnologia web nascevano all’ordine del giorno, talvolta con oggetti sociali poco definiti. Dopo una prima fase di euforia, molte di esse fallirono lasciando numerosi infatuati piccoli investitori con un pugno di mosche. È probabile dunque che, anche nel mondo delle criptovalute, si verifichi una sorta di selezione darwiniana.

Sopravviveranno solo le cripto Bitcoin, Ethereum, Ripple, oggi in cima alla classifica della capitalizzazione? Più che un investimento si potrebbe dunque parlare di una scommessa nel gran casinò online del Bitcoin. Non è un caso, infatti, se la tecnologia della Blockchain ha rivoluzionato il mondo del gioco online.

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