L’INPS chiede 8.000 euro indietro a questi beneficiari dell’indennità che l’hanno percepita negli anni passati 

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Non è la prima volta che si ha notizia dell’INPS che chiede ai suoi contribuenti la restituzione di somme indebitamente percepite. Si è visto sulle pensioni, con malcapitati a cui viene recapitato il bollettino di c/c postale con le somme da restituire. Ma capita anche con sussidi quali il reddito di cittadinanza per esempio. La notizia delle ultime ore invece tira dentro l’indennità per disoccupati. L’INPS chiede indietro anche 8.000 euro di somme indebitamente percepite. Soldi indietro dunque, dal più importante sussidio per disoccupati pagato dall’INPS e che possono richiedere determinati lavoratori che perdono il posto. 

L’INPS chiede 8.000 euro indietro a questi beneficiari dell’indennità che l’hanno percepita negli anni passati 

Parlare di comunicazione traumatizzante non è esercizio azzardato per quanto sta succedendo ad alcuno contribuenti italiani. L’INPS chiede la restituzione dell’indennità per disoccupati percepita diversi anni prima. Si tratta di una comunicazione a lavoratori e disoccupati della Lombardia, precisamente nella Provincia di Como. In pratica l’INPS chiede degli autentici maxi rimborsi per somme percepite indebitamente da parte di questi lavoratori. La notizia sconvolgente è che si fa riferimento agli anni 2012 e 2013. Ben 10 anni fa in altri termini. Le cifre, secondo le indiscrezioni che provengono dall’INPS comasca, parlano di cifre ancora in fase di ricalcolo. Fatto sta che ci sono segnalazioni di raccomandate da parte dell’INPS, con la richiesta di restituzione di ben 8.000 euro. 

I frontalieri oggetto dei controlli 

Per qualsiasi emolumento che eroga l’INPS, le possibilità che ha l’istituto di chiedere soldi indietro sono sempre le stesse. Infatti valgono le regole utilizzate anche quando le somme indebitamente percepite riguardano le pensioni. Se l’errore è partito dall’INPS, nessuna restituzione può essere chiesta al pensionato. La pensione può essere tagliata per via del ricalcolo al netto dell’errore dell’INPS, ma i soldi in più liquidati, restano del pensionato. Con la NASPI, o meglio con l’indennità per disoccupati (nel 2012 e nel 2013 non c’era ancora la NASPI), si guarda solo indietro, non essendo più in corso di fruizione. Quindi, i soldi indietro possono essere richiesti a condizione che non ci sia stato un errore da parte dell’INPS.

La questione dei frontalieri, cioè dei lavoratori che sconfinano in Svizzera per lavorare è particolare ed espone a questo genere di accadimenti. Infatti sembra che nel 2012, quelle che sono le convenzioni internazionali sull’assicurazione sociale tra lavoratori di diversi Paesi, che hanno pari diritto a maturare indennità e sussidi per il lavoro svolto, erano state modificate. In altri termini, il lavoro in Svizzera nel biennio 2012-2013 potrebbe non essere riconosciuto come utile all’indennità per disoccupati italiana di quegli anni. Da qui la giustificazione del fatto che l’INPS chiede 8.000 euro indietro, cioè l’intera disoccupazione percepita. Viste le cifre richieste dall’INPS, la via legale sarà l’unica che potranno utilizzare i lavoratori. Magari sostenendo proprio che non sia stato un loro errore quello di richiedere l’indennità. 

Approfondimento

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