L’Agenzia delle Entrate ha deciso di rimborsare le spese più diffuse in farmacia per alcuni prodotti che non sono farmaci con questa detrazione

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L’aumento progressivo dei contagi e l’obbligo di mascherine anche all’aperto sta comportando per le famiglie ingenti spese. Basti pensare che cambiare una mascherina Ffp2 al giorno in un anno sono circa 280 euro a persona. Per una famiglia di 4 persone la cifra può arrivare a superare i 1.000 euro. Se a ciò aggiungiamo il costo dei tamponi, a volte necessari anche privatamente, la spesa per una famiglia non è certamente di poco conto.

Il nostro legislatore consapevole delle numerose spese che soprattutto le famiglie con figli a carico si trovano ad affrontare ogni giorno, ha previsto varie agevolazioni. Ad esempio, le spese del dentista, dell’oculista o di chi porta per lunghi periodi i figli dal logopedista detraibili dall’IRPEF nella misura del 19%.

Nel caso di mascherine e tamponi, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di rimborsare le spese più diffuse in farmacia per alcuni prodotti che non sono farmaci con questa detrazione.

Infatti, a chiarirlo è anche un comunicato stampa della stessa Agenzia delle Entrate, che illustra come fare per non perdere l’agevolazione. Le mascherine, pertanto, in quanto dispositivi di protezione individuale, possono essere detratte. Tuttavia, è necessario stare attenti, quando si acquistano le mascherine a determinati dettagli.

L’Agenzia delle Entrate ha deciso di rimborsare le spese più diffuse in farmacia per alcuni prodotti che non sono farmaci con questa detrazione

L’acquisto di mascherine per la protezione individuale potrà essere detratto nella misura del 19% in dichiarazione se si tratta di dispositivi medici con marcatura CE. Pertanto, le spese sostenute per le mascherine possono detrarsi nell’ambito delle spese sanitarie della dichiarazione dei redditi. Tuttavia, occorrerà verificare che nello scontrino o nella fattura siano indicati il soggetto che sostiene la spesa, nonché la conformità del dispositivo.

L’Agenzia, inoltre, specifica che si potrà controllare se nello scontrino o fattura sia riportato il codice AD. Questo indica “spese relative all’acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE”.

Altrimenti, basterà conservare la documentazione dove risulti la marcatura CE per i dispositivi compresi nella banca dati dei dispositivi medici pubblicati dal Ministero della Salute. Invece per i dispositivi non compresi nell’elenco basterà l’attestazione di conformità alla normativa europea.

La detrazione è pari al 19% della parte eccedente 129,11 euro.

Anche i tamponi possono essere soggetti alla detrazione, esattamente come gli esami di laboratorio e i controlli ordinari sulla persona. In questi casi è opportuna una precisazione. Qualora siano eseguiti presso farmacie o laboratori accreditati con il SSN, le relative spese possono essere oggetto di detrazione anche se pagate in contanti. In caso contrario, è necessario che i pagamenti siano tracciabili.

Approfondimento

Per queste spese comuni le famiglie con figli e reddito fino 36.000 euro riceveranno 1.000 euro dall’Agenzia delle Entrate

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