La Tunisia brucia e il messaggio arriva in Europa, quale può essere il significato di tali episodi secondo Marco Minniti

marco minniti

All’inizio del mese di maggio in quel della Tunisia si sono verificati episodi singolari. Incendi a ripetizione in diverse zone del Paese. E il timore è che si tratti di incendi dolosi (anche) per creare panico e allarme tra la popolazione. Quindi per premere il tasto sull’acceleratore della tensione sociale. E a darci lumi è un passaggio in diretta TV di Marco Minniti, ex Ministro degli Interni. Durante la trasmissione «Quarta Repubblica», Minniti parla della tenuta dell’Italia. E, in un passaggio veloce, nell’ambito del discorso carestia, accenna agli incendi in Tunisia.

I fatti

Da nostre documentazioni, apprendiamo che dai primi giorni di maggio la Tunisia brucia e il messaggio potrebbe essere un chiaro segno di escalation locale. Il Presidente della Repubblica Kais Saied avrebbe evidenziato la situazione delicata che sta vivendo il Paese. Al punto da non escludere la mano della criminalità. Tra il 2 e il 3 maggio si sarebbero verificati circa 110 incendi. Di questi, 60 si sarebbero verificati il 2 maggio e 50 il 3, cioè nei due giorni della festa islamica dell’Eid al Fitr. Si tratta di una festa importante nel mondo islamico che segna la fine del digiuno (Ramadam) e l’inizio del Shawwal (cioè il decimo mese del calendario lunare islamico).

La Tunisia brucia e il messaggio arriva in Europa, quale può essere il significato di tali episodi secondo Marco Minniti

In loco sono in corso delle indagini e sembrerebbe il tutto sia di origine dolosa. Apprendiamo anche che le fiamme hanno interessato sia aree aperte che abitazioni, imprese, fabbriche e luoghi pubblici. E ancora, un mercato popolare. Una vera guerriglia locale che potrebbe essere dovuta a fatti interni. A livello internazionale, però, il Mondo guarda con timore tali fenomeni. Perché, come evidenzia Marco Minniti, il tutto contribuisce a creare tensione sociale. E, non in ultimo, a far scattare la voglia di andare via. E di emigrare. Questi fenomeni non sarebbero quindi da sottovalutare perché di botto, mentre ci occupiamo dell’Ucraina, potrebbe arrivarci il colpaccio da Sud. E sarebbe ancora più dura per l’Italia già alle prese col caro vita, con i prezzi in salita e interi comparti produttivi in affanno.

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