Italia: scenari e prospettive tra questione di giustizia e possibile crisi di governo

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Questo articolo si propone soprattutto un intento: quello di far comprendere chiaramente quali sono i provvedimenti deliberati dall’esecutivo su alcune vexatae questiones, il quadro politico di fondo, cui va incontro l’Italia, e le conseguenze sui mercati.

Ma procediamo con ordine, aiutandoci con la seguente scaletta:

  • Processo penale e prescrizione: cambia qualcosa?
  • Lo scontro tra Conte e Renzi
  • Scenari politici e costituzionali: verso la crisi?
  • Ma anche verso nuove elezioni?
  • Scenari sui mercati finanziari

Va premesso, in generale, che gli ultimi avvenimenti che contrappongono Italia viva a Conte rientrano pienamente in quanto a suo tempo previsto in pregresse analisi.

Soprattutto il tema della prescrizione diveniva il terreno di scontro, su cui si sarebbe testata la tenuta dell’attuale esecutivo, effettivamente ad un passo dalla crisi.

Ma veniamo ai singoli argomenti, tra loro connessi.

Processo penale e prescrizione: cambia qualcosa?

Ieri sera si è tenuta una riunione del consiglio dei ministri, nella quale sono stati approvati diversi provvedimenti, non solo sul tema giustizia.

Ma, ovviamente, era questo il tema cardine, oggetto di scontri ormai giunti, almeno pare, ad un punto di non ritorno.

Ma vediamo cosa in realtà è successo.

Occorre subito chiarire, a scanso di equivoci, che non è stata varata alcuna riforma del processo penale, né è stata modificata la normativa sulla prescrizione come riformata da Bonafede ed entrata in vigore ad inizio di Gennaio.

Quello che ha fatto il governo è qualcosa di diverso.

Ha approvato un disegno di legge.

Questo significa che le norme in vigore intanto restano in vigore.

Poi questo disegno di legge dovrà essere approvato dal parlamento.

E, ammesso che questo succeda, e non si sa neppure quando, si tratta solamente di un disegno di legge che prevede una legge delega.

Cosa significa questo?

In sintesi significa che, anche se approvata dal Parlamento, questa legge non riformerebbe direttamente processo penale o prescrizione.

Si  limiterebbe ad indicare solo alcuni principi cardine, cui poi il governo dovrebbe attenersi nell’emanare, a sua volta, dei decreti delegati, che avrebbero valore di legge, da varare entro un anno dall’entrata in vigore della legge delega.

In sintesi: le camere prima approvano una legge (chissà se e quando), poi il governo mette al lavoro commissioni di esperti che, nel rispetto dei principi della legge approvata dal parlamento, vara una riforma.

Ammesso che tutto questo succeda, passerebbero sicuramente almeno un paio d’anni ed intanto?

Intanto non interviene alcuna riforma del processo penale ed intanto resta però in vigore la riforma della prescrizione come voluta da Bonafede.

Anche il cosiddetto lodo Conte bis farebbe parte solo di una riforma di là da venire.

In estrema sintesi nulla cambia e tutto è rinviato a possibili riforme future.

Italia: lo scontro tra Conte e Renzi

Dobbiamo partire di qui per capire l’attuale situazione politica.

Bonafede aveva garantito che riforma della prescrizione e del processo penale sarebbero andate di pari passo.

Ma così non è.

E, quando anche fosse stato, sarebbe cambiato qualcosa?

In realtà, le linee guida di quel disegno di legge nulla cambiano.

In particolare mi riferisco alla durata del processo.

Durata del processo e prescrizione

I due aspetti più significativi riguardano, a mio avviso, patteggiamento e utilizzo dei giudici onorari.

Si prevede un allargamento dell’area in cui è possibile il patteggiamento, e l’utilizzo di giudici onorari anche in sede d’appello.

Nulla che garantisca tempi più celeri.

Se una persona vuole affrontare un processo, e non sottostare al patteggiamento, il fatto che questo sia applicabile anche nel suo caso non le garantisce certo tempi più veloci.

Quanto ai giudici onorari, unitamente all’assunzione di personale amministrativo, cosa garantisce?

Nulla.

Quello che si domandava a Bonafede era qualcosa che garantisse degli effetti certi, nel caso si superassero determinate tempistiche.

Ma in tutte queste linee guida un meccanismo di garanzia non è previsto.

Come ipotizzato da più parti, anche da parte mia, il ministro non poteva garantire quello che per sua natura non è garantibile, cioè la durata del processo.

Italia viva: che posizione prenderà?

Ora  Italia viva si trova a fare i conti con una prescrizione nella versione Bonafede ormai entrata in vigore.

Non dimentichiamo che Italia viva era favorevole ad un Conte bis solo per varare la legge finanziaria finalizzata soprattutto ad evitare l’aumento dell’Iva.

Poi liberi tutti, come si usa dire. O meglio, Italia viva aveva già chiarito che o, successivamente alla finanziaria, Conte prendeva in mano la situazione, realizzando un programma, ancora da concordare, e ovviamente gradito a Italia viva, oppure, appunto, liberi tutti.

Pare aver confermato tale prospettiva.

Di qui un, oserei dire, inevitabile lo scontro con Conte e Bonafede.

Ieri sera la riunione di governo è stata disertata dalla compagine del partito di Renzi, da cui ulteriore irritazione per Conte.

Siamo all’epilogo finale?

Oggi, secondo alcune indiscrezioni filtrate direttamente da fonti riconducibili ad Italia viva, potrebbe essere presentata la mozione di sfiducia.

Quali scenari si vanno aprendo?

Scenari politici e costituzionali: verso la crisi di governo?

Ma anche verso nuove elezioni?

Come ipotizzato in un recente articolo, la crisi sembra molto probabile.

Un presidente del consiglio, questa la mia nota interpretativa, difficilmente può considerare di avere ancora la fiducia della maggioranza, quando un partito di questa sconfessa apertamente il suo operato

Oppure diserta le riunioni, ed anzi, intende aprire una mozione di sfiducia, sia pur nei confronti di un determinato ministro.

Ricordiamo che nella cosiddetta prima Repubblica dell’Italia  anche solo la defezione della rappresentanza di un partito dalla riunioni di governo induceva il presidente del consiglio a salire al Colle.

Cosa succederà quindi?

Mossa analoga è comunque già stata messa in atto da Conte, che si è consultato, anche se, a quanto pare solo telefonicamente, con Mattarella nella giornata di ieri.

Ma se ci sono pochi dubbi che il governo ormai sia in crisi, ben diversa questione è se alla crisi di governo seguirebbero necessariamente nuove elezioni.

Sono due questioni, ovviamente correlate, ma anche indipendenti.

Se infatti la crisi si apre, emergono alcuni scenari alternativi.

Conte potrebbe essere rinviato al parlamento da Mattarella, per un eventuale rinnovo del voto di fiducia.

La mossa servirebbe per far assumere, come si usa dire, ad ogni partito la propria responsabilità tramite un voto di fiducia o sfiducia.

Ecco perché Renzi ha parlato ieri anche di cambio di maggioranza.

A questo punto, potrebbero verificarsi due eventi.

Non tutti i parlamentari di Italia viva seguirebbero necessariamente Conte, e forse potrebbero votare a favore di Conte anche alcuni parlamentari dell’attuale opposizione. Insomma, pare probabile una crisi ma, ancora una volta, questa non condurrebbe necessariamente a nuove elezioni.

Lo scenario elettorale diverrebbe invece il più probabile, nell’ipotesi che tutti mantenessero le posizioni attuali.

Ancora una volta, quella situazione di incertezza che è una di quelle maggiormente detestate dai mercati.

Scenari sui mercati finanziari

Non necessariamente i mercati risponderebbero negativamente.

Si sa che dopo un esecutivo, se ne fa un altro.

La situazione sarebbe ovviamente diversa, se questo esecutivo avesse tenuto fede alle promesse, riuscendo a rilanciare gli scenari economici italiani.

Sarà anche colpa di eventi esterni ed imprevisti, come il coronavirus, ma non l’ha fatto.

Anzi, a stento è riuscito ad evitare, per il momento, l’incremento dell’Iva, ma a costo di misure recessive, come l’introduzione di alcune misure fiscali.

Ne paga il conto, ad esempio, la produzione industriale, gravemente calata.

E’ quindi probabile che i mercati ritengano preferibile un altro esecutivo, maggiormente incentrato su prospettive di crescita economica.

Ne danno dimostrazione alcuni indicatori che, almeno sino ai segnali di ieri sera, non parevano esprimere un sostanziale pessimismo, ma una certa tenuta.

Fase di transizione con la speranza di un governo migliore per l’Italia?

Per il momento è quello in cui i mercati paiono confidare.

Non resta che attendere i successivi eventi e seguire l’evolversi della situazione.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

 

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