In ricordo di Daniel Kahneman: 3 insegnamenti fondamentali da tenere a mente nel mondo del risparmio

In ricordo di Daniel Kahneman-Foto da pexels.com

Non occorre nascere economista per contribuire alla comprensione del Mondo della finanza o dell’economia. E magari, riuscire a determinarla, prevederla, o per lo meno descriverla meglio di tutti. Fino a vincere il Premio Nobel.

La storia di Daniel Kahneman sembra rappresentare tutto questo. La sua morte, sulla soglia dei 90 anni, ci ricorda molti dei suoi contributi. Da psicologo, è riuscito a cambiare la percezione di interi settori degli studi economici. D’altro canto, i nostri comportamenti sociali, e di conseguenza economici, sono definiti per la maggior parte dalla nostra percezione del Mondo. In ricordo di Daniel Kahneman: 3 insegnamenti fondamentali da tenere a mente nella vita di tutti i giorni.

Concetti utilissimi per fare affari

Il nostro cervello è irrimediabilmente condizionato da alcuni elementi, detti bias cognitivi, che impediscono la corretta elaborazione dei dati. Basti pensare all’avversione alla perdita tipica degli investitori prudenti, ma entro certi limiti presente in ognuno di noi; oppure all’effetto di evocazione dato dal cosiddetto principio dell’euristica della disponibilità: in pratica ci facciamo condizionare dall’influenza di alcuni elementi che ci sono diventati noti di recente ma ai quali, altrimenti, non avremmo dato molta importanza. Si tratta di alcuni espedienti in grado di condizionare anche il discorso pubblico. E che in ambito economico possono avere effetti catastrofici. Come quando, nel 2011, alcuni operatori iniziarono a paventare il rischio di conflagrazione dell’area euro. Nessun pensatore politico lo aveva immaginato concretamente. Ma l’effetto valanga determinò una parte consistente dello spread tra BTP e Bund.

Un altro concetto influente è quello di ancoraggio, sviluppato da Kahneman assieme all’amico Amos Tversky. Quando dobbiamo prendere una decisione, siamo ancorati ad un concetto che dovrebbe servire come metodo di paragone. Ma che in realtà potrebbe non avere alcun contatto con la realtà fattuale. Pensiamo a quando acquistiamo dei vestiti a saldo. Il concetto àncora è il prezzo di partenza del bene. Sapere che il costo è scontato ci appare un fatto notevole rispetto al punto di partenza. Forse però il concetto àncora che stravolge il nostro pensiero è dato da un paragone, comunque, non desiderabile per noi. Infatti, il prezzo scontato potrebbe comunque essere maggiore rispetto al valore reale del prodotto. Forse non avevamo realmente necessità di acquistare un nuovo prodotto. Ci sembra un affare, insomma. Ma non lo è affatto.

In ricordo di Daniel Kahneman: 3 insegnamenti fondamentali da tenere a mente nella vita di tutti i giorni

Quando meditiamo sulla scelta della nostra vita, anche economica, dovremmo dare seguito ad alcuni concetti espressi nel suo libro “Thinking, Fast and Slow”. Da un lato, nella nostra mente, subiamo il fascino di un sistema cognitivo rapido, impulsivo, pieno di energia dinamica e predisposto all’azione. Dall’altro, però, come un grillo parlante, permane la saggezza di un secondo sistema cognitivo, legato all’analisi dei dati, alla lenta ponderazione degli interessi in gioco, alla considerazione attenta delle prospettive di medio o lungo periodo. Nessuna delle due fasi dovrebbe prendere il sopravvento. L’ideale sarebbe una collaborazione che ci blocchi dal compiere decisioni dotate di effetti a lungo termine basate solo su emozioni passeggere. Quando decidiamo di investire, o di non investire, questi meccanismi possono essere fondamentali.

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