In pensione con 38 anni di contributi con una misura flessibile perfetta

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I lavoratori che hanno maturato 38 anni di contributi versati negli anni 2019, 2020 e 2021 hanno potuto godere della Quota 100. Già al compimento dei 62 anni di età la Quota 100 ha permesso di lasciare il lavoro a quanti avevano maturato quella carriera contributiva. Chi invece li ha maturati nel 2022, ha potuto sfruttare la Quota 102. La misura che consentiva il pensionamento a partire dai 64 anni di età va in scadenza il 31 dicembre 2022 ma si parla di una sua possibile estensione. Ma il sistema, i lavoratori e i loro rappresentanti, chiedono flessibilità in uscita. In altri termini ok alle misure che consentono un pensionamento anticipato al raggiungimento di una determinata carriera contributiva. Ma dovrebbero essere meno rigide rispetto alle misure a cui sono stati abituati i lavoratori in questi ultimi anni. In termini pratici dovrebbero essere più flessibili.

In pensione con 38 anni di contributi anche nei prossimi anni

Dal momento che sia Quota 100 che la Quota 102 garantivano il pensionamento quando la somma dei contributi e dell’età raggiungeva la quota prestabilita, molti si chiedono il perché non siano state inserite più combinazioni per completare la quota. Per esempio per la pensione in regime usuranti, quella che per esempio consente a determinate categorie di lavoratori di uscire già a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi versati, il raggiungimento della Quota 97,6 è determinato dalla somma di età e contributi. E sono valide anche le frazioni di anno. In quel caso si parla di pensione flessibile, perché valgono sia le frazioni di anno anagrafiche che le frazioni di anno contributive.

La quota 102 flessibile, ecco come sarebbe

In pensione con 38 anni di contributi potrebbe restare in vigore a 64 anni con la Quota 102. Molti vorrebbero una conferma di questa misura, ma dotandola di una flessibilità maggiore. Oggi con la Quota 102 che scade il prossimo 31 dicembre possono uscire dal lavoro coloro i quali completano 64 anni di età e 38 anni di contributi versati. Ma i 38 anni di contributi versati sono fissi e quindi aprono alla possibilità di uscire con questa contribuzione a chi ha compiuto 64, 65 o 66 anni di età. Aprire alla possibilità di andare in pensione a chi non ha ancora raggiunto i 64 anni potrebbe essere una soluzione. Per esempio, Quota 102 potrebbe essere completata anche a 63 anni una volta raggiunti i 39 anni di contributi versati. Darebbe comunque Quota 102, e potrebbe essere già una variazione sul tema.

Una misura con flessibilità perfetta

Una misura a quota pura, dovrebbe consentire a chiunque raggiunge la quota di poter andare in pensione a prescindere da come la questa viene raggiunta. E sicuramente con una misura flessibile di questo tipo potrebbero anche venire meno tutte le altre misure previdenziali alternative a quelle ordinarie che ha il sistema previdenziale oggi. Dal momento che la pensione anticipata ordinaria si centra più o meno a 43 anni di contributi versati senza limiti di età, è evidente che dovrebbe essere concessa la possibilità di uscire con Quota 102 a chi ha 59 anni di età e 43 anni di contributi versati. Tanto, questo lavoratore uscirebbe lo stesso con la pensione anticipata ordinaria.

E anticipare di qualche mese l’uscita a chi ha 42 anni di contributi versati e 60 anni di età, oppure a chi ha 61 anni di età e 41 anni di contributi dovrebbe essere garantito. Per questi ultimi si parla tanto di Quota 41 per tutti, ma a questo punto rendere flessibile la Quota 102 potrebbe riuscire a rendere meno necessaria la Quota 41 per tutti.

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