In pensione con 30 anni di contributi nel 2023 ma a 67 anni

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A 67 anni la pensione è garantita da una misura strutturale del sistema. Si chiama pensione di vecchiaia anticipata, per la quale bastano 20 anni di contributi. Garantita però forse è una parola grossa visto che ci sono situazioni in cui anche 67 anni di età e 20 anni di contributi non bastano. E nemmeno 30 anni spesso servono.

In pensione con 30 anni di contributi nel 2023 ma non a 64 anni

Per la pensione a 67 anni bastano 20 anni di contributi. A volte però 20 anni di contributi bastano anche per la pensione a 64 anni. Una misura che invece con 30 anni di contributi non può essere percepita. Ci sono tre o quattro particolarità che vanno messe in luce quando si parla di pensione e cioè:

  • chi ha oltre 27 anni di contributi è fuori dalla pensione anticipata a 64 anni;
  • chi ha meno di 27 anni di carriera ma non ha uno stipendio abbastanza alto è fuori dalla pensione anticipata a 64 anni;
  • con stipendio basso nemmeno 67 anni di età a volte bastano.

Perché 30 anni di contributi sono inutili per le pensioni anticipate

Un lavoratore dipendente che ha raggiunto 30 anni di contributi può ritenersi sfortunato da ogni punto di vista. Questo perché di fatto è escluso da qualsiasi possibilità di pensionamento anticipato. Solo nel caso di lavoratore con disabilità pensionabile all’80% è possibile uscire prima dei 67 anni (già a 61 anni per gli uomini o 56 per le donne). 30 anni di carriera sono pochi per le pensioni anticipate ordinarie perché servono 42,10 anni di contributi agli uomini e 41,10 alle donne. E sono pochi pure per la quota 41 ovviamente. Invece sono troppi per la pensione anticipata contributiva, perché bisogna non aver iniziato la carriera prima del 1996 e nel 2023 nessuno con 30 anni di carriera potrà rispettare questo requisito.

Con 30 anni di contributi anche la riforma rischia di essere vana

Anche a conferma avvenuta di APE sociale e Opzione donna, 30 anni servono a poco. Per la prima misura infatti servono 36 anni e un lavoro gravoso. Solo invalidi, caregivers e disoccupati possono sfruttare la misura con 30 anni di contributi. Opzione donna invece prevede 35 anni di carriera. E perfino una nuova Quota 102, o tornare alla Quota 100 servirebbe a poco. Infatti in entrambi i casi sarebbero necessari 38 anni di contributi versati. Di conseguenza, con 30 anni di contributi un lavoratore non ha alternative alla pensione di vecchiaia ordinaria. In parole povere, non ha alternative ai 67 anni di età. In pensione con 30 anni di contributi nel 2023 quindi solo per chi arriva al compimento dell’età pensionabile canonica.

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