In Europa in pensione a 70 anni e in Italia a 71. Una verità che tutti sanno ma nessuno vuole dire

pensione

Per mantenere nei prossimi decenni gli stessi standard attuali dei sistemi pensionistici, tutti i Paesi europei dovranno, per forza, estendere la vita lavorativa sino a 70 anni.

Per l’Italia, ove esistono ancora migliaia di privilegi, l’età pensionabile dovrà essere alzata almeno a 71 anni.

Questa è la dura verità che tutti i politici sanno ma che nessuno ha il coraggio di dire.

Le forti resistenze a portare i doverosi correttivi, hanno sempre trovato la resistenza di tutte le forze politiche, sindacati compresi.

Fino ad oggi la soluzione è stata la peggiore: dare tutto ai vecchi poi vedremo.

Soluzione per fini elettorali, in quanto le pensioni degli italiani non possono essere toccate.

Oggi queste poco rosee prospettive, non vengono dalla bocca di un qualunque economista, provengono dalla Commissione Ue.

Questa Commissione, nel suo studio contenuto nel libro verde sull’invecchiamento della popolazione europea, conclude che soltanto portando la vita lavorativa a 70 anni potremo mantenere questi livelli.

In Europa in pensione a 70 anni per poter mantenere i livelli attuali pensionistici e in Italia a 71

In caso contrario l’impatto economico sui conti pubblici sarà devastante.

Le proiezioni di Eurostat stimano, con un ragionevole dubbio, che soltanto i cittadini di pochi Paesi potranno andare in pensione prima dei 70 anni.

Vediamo adesso a quali Paesi appartengono questi fortunati lavoratori:

Malta, Ungheria e Svezia, nella top list.

I peggiori sono Lituania e Lussemburgo, ai cui cittadini dovrà essere richiesto di andare in pensione a 72 anni.

La Commissione, nella conclusione finale del proprio lavoro, consiglia di adeguare i sistemi di previdenza in modo automatico alle nuove e maggiori prospettive di vita.

I sistemi tecnici da adottare sono:

  • Limitare il pensionamento anticipato in qualunque modo;
  • Stabilire un diritto generale al lavoro anche dopo l’età pensionabile, incentivandolo in un primo momento su base volontaria;
  • Regimi di pensionamento flessibili;
  • Adeguare i tassi di maturazione;
  • Limitare i requisiti di carriera.

In pratica eliminare anche tutti i privilegi che esistono all’interno del sistema pensionistico, in particolare quello italiano.

I sistemi tecnico-finanziari da adottare

Per terminare sul focus “In Europa in pensione a 70 anni e in Italia a 71”, personalmente ritengo che vi siano anche dei sistemi tecnici e finanziari anche migliori e potrebbero essere questi:

  • Tetto massimo alle pensioni più alte;
  • Mettere l’equalizzatore sulle pensioni al triplo della sociale e quindi ricalcolo;
  • Dopo che è stato restituito il doppio del montante contributivo, trasformare in automatico la pensione in quella sociale;
  • Mettere contributi di solidarietà, molto pesanti, sulle pensioni al triplo della sociale;
  • Eliminazione di tutti i vitalizi relativi agli incarichi pubblici;
  • Possibilità di scelta di una unica pensione o vitalizio e nessuna cumulabilità;
  • Riduzione della pensione di reversibilità in presenza di pensione propria.

Sono provvedimenti duri e non popolari ma prima o poi dovranno essere presi se non vogliamo che i nostri figli o nipoti dopo 30 o 40 anni di vita lavorativa andranno in pensione con importi molto vicini a quelli della sociale.

Questo è un evento che arriverà entro breve tempo. Nel 2040 l’intero sistema senza correttivi non sarà più sostenibile. E questo lo dice la Commissione Europea.

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