Il debito italiano è ancora sostenibile?

Debito pubblico Italia Europa

Debito pubblico italiano mai così alto, ma è ancora sostenibile? E chi lo dovrà pagare?

Il debito pubblico in Italia è sempre stato molto alto e nessuno si è mai posto, seriamente, il problema di come dovrà essere ripagato questo enorme passivo.

Sarà pagato, per forza, dalle prossime generazioni, ovvero dai figli e dai nipoti.

Per anni e per molti governi l’unica soluzione al debito è stata la caccia all’evasore.

Questa politica, per quanto giusta, non ha mai dato gli effetti sperati.

Dovendo usare una frase di un leader cinese Deng Xiaoping:  “non mi interessa se il gatto è nero o bianco, purché cacci i topi”. Questa politica di far rientrare il debito pubblico attraverso il recupero dell’evasione non è stata per niente vincente.

Sicuramente sarebbe stato molto più opportuno puntare su incrementi significativi del PIL (acronimo per prodotto interno lordo).

Il PIL rappresenta la ricchezza di un Paese e viene comparato con quelli degli altri Paesi.

Quello cinese negli ultimi 20 anni si è sempre incrementato a due cifre.

Il PIL cinese, anche per l’anno 2020, ha avuto un incremento significativo su quello dell’anno 2019.

Il debito italiano è ancora sostenibile? Vediamo i dati dalla sottostante tabella

tabella PIL

A tale data il debito era formato per l’83% da Titoli di Stato (BOT, CCT, BTP, BTP Italia ecc.), il restante da altri.

A fine novembre 2020 il debito era salito alla considerevole cifra di 2.587.000 milioni di euro.

Sicuramente non scenderà, in maniera significativa nel prossimo biennio a causa dei costi della pandemia da Covid 19.

Eppure ci sono anche buone notizie

In questo periodo gli interessi sui Titoli di Stato italiani sono scesi moltissimo come non avveniva da anni. Lo spread sul Bund tedesco è ai minimi storici e con molta probabilità potrà ancora scendere.

Per la prima volta i tassi in Italia sono divenuti così bassi da diventare in alcuni casi negativi.

Inoltre il tasso effettivo che lo Stato pagherà su questi nuovi titoli al netto del tasso inflattivo sarà addirittura sempre negativo.

Tutto questo grazie alla grandissima liquidità che viene pompata nel settore finanziario.

Ulteriore fattori che può far ben sperare sono i finanziamenti europei del piano Next Generation UE, che saranno da rimborsare in 30 anni, forse la luce in fondo al tunnel è possibile vederla.

Ricordiamo che una parte di queste risorse è a fondo perduto e quindi non è da restituire.

Le incognite sono tante, soprattutto a livello governativo.

Se queste risorse saranno spese come sempre a “pioggia” non serviranno a molto.

Se indirizzate verso i settori portanti della nuova economia, potranno essere decisive per uno sviluppo economico e sociale del Paese.

Una scommessa che non può e non deve essere persa.

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