Il tetto al prezzo del gas sarebbe un proposito e non una realtà, da Mario Giordano alle fonti di Bruxelles

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«Fuori dal coro» in ogni senso. Così il giornalista Mario Giordano invita ad aprire gli occhi e consultare le fonti. Che in verità non lasciano spazi a dubbi, sebbene ci sia sempre da considerare l’interpretazione che se ne fa. Il riferimento è alla riunione straordinaria del Consiglio europeo del 30 e 31 maggio 2022, dove, tra gli altri punti e decisioni, leggiamo quanto riguarda l’energia. Le conclusioni del Consiglio sono disponibili in rete nella versione ufficiale e a proposito di energia riferiscono quanto segue.

Il testo originale

«Il Consiglio europeo invita la Commissione a esaminare anche insieme ai nostri partner internazionali modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia. (Tra le modalità da individuare, ndr) è compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti temporanei ai prezzi all’importazione, se del caso». Da qui l’interpretazione del Governo Draghi di una decisione che punta a mettere un freno all’escalation del prezzo dell’energia. Un «tetto» che l’Italia invoca da tempo e che l’Unione pare accogliere. L’interpretazione è sempre soggettiva, anche se le parole sono fatti. Così, per Mario Draghi il tetto al prezzo del gas sarebbe una realtà. Per il giornalista Mario Giordano, no. Si tratterebbe solo di un proposito futuribile. In sostanza, un nulla secondo Giordano.

Il tetto al prezzo del gas sarebbe un proposito e non una realtà, da Mario Giordano alle fonti di Bruxelles

Il giornalista ieri sera, durante la trasmissione «Dritto e Rovescio» in onda su Rete 4, ribadisce il concetto. E cioè che il tetto di fatto non c’è e probabilmente non ci sarà. Si sofferma sullo stralcio del testo di Bruxelles che anche noi consultiamo. In particolare, mette sotto accusa «la fattibilità dell’introduzione di tetti temporanei ai prezzi all’importazione, se del caso». Le sue dichiarazioni fanno rumore proprio perché sono fuori dal coro. Tuttavia, non siamo certi di quanto dichiara. Perché normalmente basta una pezza d’appoggio dal punto di vista di deliberazioni in plenaria per poter procedere. Altre volte potrebbe non bastare certamente.

Sulla temporaneità del punto limite oltre il quale il prezzo non dovrebbe salire, c’è da aspettarselo. Perché parliamo sempre di una situazione emergenziale che prima o poi finisce. Magari tra due o tre anni, ma non sarà sempre così. Quel che è certo è che si apre una discussione sull’interpretazione del documento scritto. E nei prossimi mesi capiremo, nei fatti, se è lecito oggi essere ottimisti o sposare la «lettura» del giornalista Giordano.

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