Il metodo veloce e risolutivo per portare i soldi all’estero con questo strumento per tutte le tasche

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Estero o non estero questo è il problema. Il dilemma esterofilo degli italiani è da sempre oggetto del dibattito quando si parla di tassa patrimoniale, di pignoramenti e di rendimenti. Però, la disquisizione termina sempre con una valutazione in ordine al binomio costo beneficio. Cioè, quanto costa trasferire i soldi all’estero? Eppure esiste un metodo veloce e risolutivo per portare i soldi all’estero con questo strumento per tutte le tasche.

Chi sente la necessità di trasferire i soldi in un altro Paese, probabilmente avverte una necessità specifica. Bisogna, però chiarirsi in ordine ai rischi. Insomma informarsi circa la stabilità patrimoniale sia del Paese che dell’azienda finanziaria. Altro elemento ancor più forte riguarda il costo spesso esoso che rende economicamente vantaggioso solo il trasferimento di grandi importi.

Rendite finanziarie, Patrimoniale e pignoramenti, le paure degli italiani

Se, poi, l’esigenza è quella di “scappare” da una patrimoniale, allora, forse si può solo differire la tassazione. È bene sapere che il bonifico all’estero va dichiarato nel quadro RW dell’Unico PF 2021. Nello stesso quadro vanno dichiarate le giacenze detenute su conti esteri superiori a 15.000 euro. Pertanto, l’eventuale tassazione sarà liquidata e il prelievo applicato alla prima occasione.

Stesso discorso potrebbe valere nel caso di chi teme il pignoramento del proprio conto corrente. Però, anche in questo caso aprire un conto all’estero con costi elevati ne farebbe limitare l’uso solo e unicamente ad operazioni di importo qualificato. Nell’articolo, chi ha più di  15.000 euro può portare i soldi all’estero?, si approfondisce proprio la paura degli italiani della patrimoniale.  Ad ogni modo, esiste una soluzione, fortemente economica che risolve la questione.

Il metodo veloce e risolutivo per portare i soldi all’estero con questo strumento per tutte le tasche

Sembra strano, ma si parla di carte prepagate con emittente estero. La nuova normativa in materia di moneta elettronica, la PSD2, ha letteralmente liberalizzato la concorrenza in Europa. Così ricaricare la carta prepagata significa portare i soldi all’estero.

È però, al contempo chiaro, che qualunque pignoramento è possibile e lecito effettuarlo anche su controparti estere. Solo che probabilmente ci vorrà più tempo e si avranno più difficoltà a seconda dell’esistenza di protocolli di comunicazione con il Paese estero.

Pertanto in pochi passi e con una manciata di euro si può accedere ad un conto estero con tanto di IBAN e carta prepagata. Però in genere, perché sceglierle? Ovviamente perché sono economiche, spesso senza bollo (soprattutto in paradisi fiscali) e in alcuni casi danno anche un rendimento se utilizzate come conto deposito. Un esempio è una banca digitale inglese che offre 1,50%. Ed ecco spiegato il metodo veloce e risolutivo per portare i soldi all’estero con questo strumento per tutte le tasche.

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