Frasario e prassi di una crisi di Governo

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Tiene ancora banco, in questi giorni, il tema di una possibile crisi di Governo.

Per meglio comprendere questo delicato tema, ci poniamo alcune domande.

Cosa significa crisi di Governo? Cosa succede se si verifica questo evento, e come viene regolato da norme e consuetudini?

Frasario e prassi di una crisi di Governo

La possibile crisi di Governo riguarda soprattutto le ultime dichiarazioni del leader di Italia Viva, Renzi, che ha esplicitamente dichiarato che, nel caso in cui il Presidente del Consiglio non riveda le sue posizioni su alcuni temi, è pronto a far cadere il Governo.

Ma cosa significa questo evento, cioè una crisi di Governo?

Il Governo è un organo fondamentale delle nostre istituzioni, disciplinato da varie norme di legge, innanzi tutto dalla Costituzione.

Esistono diversi tipi di Governo, ed in Italia vige un sistema di Governo che possiamo denominare parlamentare.

Questo significa che il Governo, per entrare in carica e continuare nel tempo, necessita della fiducia di una maggioranza di parlamentari. Maggioranza espressa appunto nel voto di fiducia iniziale dei due rami del parlamento, Camera e Senato della Repubblica. Ma la fiducia può venire meno. O perché un certo numero di parlamentari votano la sfiducia, o perché su un provvedimento su cui il Governo ha posto la fiducia, questo provvedimento non ha ottenuto la maggioranza dei voti, ma anche in altri modi.

In Italia sono tipiche le cosiddette crisi extraparlamentari. Quelle crisi che si verificano, a prescindere dal comportamento delle dinamiche parlamentari.

In questi casi un Governo entra in crisi perché uno o più partiti che formano la maggioranza, si sfila da questa, ossia non ne fa più parte.

In questi casi, solitamente i ministri di quel partito smettono di partecipare alle riunioni governative. O comunque sussistono esplicite dichiarazioni del leader di quel partito, che espressamente dichiara di non far più parte della maggioranza.

Occorre anche dire che tutte queste modalità, più che essere regolate da esplicite norme in materia, si basano su usi e consuetudini, che formano la cosiddetta Costituzione materiale.

Consultazioni ed intervento del Capo dello Stato

Ma perché nel frasario politico si parla di consultazioni durante una crisi di Governo  e cosa ha a che fare, questa prassi, con il Capo dello Stato?

La nostra Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica il ruolo fondamentale di arbitro delle crisi di Governo.

Sulla base delle indicazioni provenienti dai diversi partiti, deve tentare di risolvere una crisi, o assegnando l’incarico di formare un nuovo Governo, al Presidente del Consiglio già in carica, o ad uno nuovo. Oppure rinviando il Governo già in carica alle camere, per una nuova discussione ed un eventuale nuovo voto di fiducia.

Ovviamente il Capo dello Stato non ha una bacchetta magica per risolvere una crisi di Governo, ma si limita ad ascoltare le opinioni dei diversi partiti, per vedere se sia possibile raggiungere tale risultato.

Qualora non riesca, non gli resta che sciogliere il parlamento per andare a nuove elezioni. Si spera in questo modo di arrivare ad una diversa formazione dei numeri dei diversi gruppi in parlamento, tale da poter formare una maggioranza politica.

Infatti tutte le ipotesi di accordo tra forze politiche devono passare dalla necessaria condizione di avere una maggioranza alle due camere, tale da consentire di ottenere la fiducia.

Da quanto sopra esposto, comprendiamo anche cosa sono le consultazioni.

Le consultazioni

Le consultazioni sono quindi quelle che intervengono, da un lato, tra Presidente della Repubblica e singoli partiti ed esponenti politici, per tentare accordi sui programmi e nomi dei singoli futuri ministri, per formare un Governo.

E, dall’altro lato, tra i partiti stessi. Sono infatti innanzi tutto questi a doversi mettere d’accordo.

Ma è anche quando un Governo è ancora in carica, che possono intervenire consultazioni politiche, proprio come nella fase attuale, ed a crisi ancora non aperta.

Infatti può capitare che i partiti della maggioranza debbano comunicare tra di loro per risolvere questioni di vario tipo, e soprattutto quando su uno o più temi non concordino. Pare proprio questo il caso delle tensioni attuali.

Ma per rispetto al ruolo del Presidente della Repubblica, quando c’è aria di crisi, il Presidente del Consiglio solitamente lo informa in una serie di incontri informali.

Succede quando, come si usa dire nel frasario politico, il Presidente del Consiglio sale al colle, cioè si reca al Quirinale, ed anche questo sta succedendo in questi giorni.

Tutto questo, comprese le consultazioni, non è regolato da esplicite norme, ma avviene in base alla cosiddetta prassi costituzionale, formatasi nel tempo.

Cosa significa mandato esplorativo?

Nel frasario politico ed istituzionale delle crisi di Governo si usa un’altra importante espressione, mandato esplorativo.

Con tale terminologia si indica un incarico che il Presidente della Repubblica affida all’incaricato, per esplorare le condizioni per formare il Governo o per ottenere una nuova fiducia.

L’incaricato si usa dire che accetta, se ritiene di poter riuscire nell’intento, con riserva. L’incaricato effettua quindi delle consultazioni, come abbiamo visto sopra. Se ritiene di aver raggiunto l’accordo politico per la fiducia, si reca nuovamente dal Presidente della Repubblica, per sciogliere la riserva.

Viceversa, qualora l’accordo politico non riuscisse, rinuncerà all’incarico, sempre conferendo con il Presidente della Repubblica.

Gli obiettivi di Renzi

Chiarite alcune fondamentali prassi costituzionali in materia di crisi di Governo, ma anche in situazioni di pre-crisi, possiamo individuare nella fase attuale una situazione appunto di questo ultimo tipo. Con dichiarazioni di uno dei leader della maggioranza a favore dell’apertura di una possibile crisi di Governo.

Gli scenari principali che si aprono a questo punto sono due.

Sui temi indicati da Renzi, Conte farà marcia indietro, e l’esecutivo potrà proseguire il proprio iter.

Oppure probabilmente Renzi aprirà formalmente la crisi, o con esplicite dichiarazioni che non fa più parte della maggioranza, o con il ritiro della delegazione ministeriale di Italia Viva al Governo.

O con entrambe le modalità, come sarebbe più probabile.

Ed a quel punto Conte, inevitabilmente, salirebbe appunto al Colle per rassegnare le dimissioni.

Probabilmente Mattarella potrebbe inizialmente respingerle, conferendo a Conte il cosiddetto mandato esplorativo. Se Conte riuscisse nell’intento di rimettere in piedi la maggioranza, seguirebbe quindi un successivo, probabile nuovo passaggio parlamentare per domandare nuovamente la fiducia.

In tutto questo, se Renzi andasse sino in fondo, il suo obiettivo prioritario non sarebbe quello di andare a nuove elezioni.

Ma quello di avere un nuovo Governo, con un Presidente del Consiglio diverso.

Sarebbe però un obiettivo difficile, perché è improbabile che Conte accetterebbe di farsi da parte senza tentare di opporsi ai disegni di Renzi. Ed analoga posizione dovrebbe essere condivida se non da tutti, almeno da parte dei pentastellati, ma anche da parte significativa del PD.

Frasario e prassi di una crisi di Governo

Abbiamo illustrato in questo articolo alcuni meccanismi delle crisi di Governo.

Quanto alla cronaca delle questioni politiche, possiamo anticipare che questa settimana potrebbe rivelarsi decisiva per diversi temi politici, alcuni riguardanti da vicino la vita di tutti.

Intanto è possibile che, invece di un allentamento delle misure anti-Covid, si decidano ulteriori restrizioni proprio per i giorni festivi per eccellenza, come Natale.

Anzi, si parla di far passare l’Italia intera in zona rossa, tra le ipotesi sul tappeto.

Ma sarà una settimana decisiva probabilmente anche per gli scenari politici, coinvolgenti, in particolare, proprio la possibile crisi di Governo.

Non resta che attendere l’evolversi della situazione, seguendo la dinamica degli eventi.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box“e “PLT

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