Errori da non commettere negli investimenti con queste azioni

Intesa Sanpaolo

Cosa fare quando le Borse crollano? Non sempre si devono comprare azioni e altri assets azionari. Perché non sempre? Dipende dal proprio profilo di rischio, dalle proprie risorse disponibili, se viene applicato o meno un criterio di money management, e in ultimo se si conoscono o meno i pro e i contro dell’operazione che si intende effettuare. In queste raccomandazioni degli esperti, si racchiudono gli errori da non commettere negli investimenti.

Cosa non fare quando si investe in Borsa

Un altro errore grossolano è quello di comprare azioni in ottica di breve termine, e poi mantenerle in perdita di lungo termine per non realizzare la perdita (che falsa rappresentazione della realtà!). Questo si potrebbe rivelare fatale per i propri investimenti, soprattutto quando il portafoglio non è diversificato. C’è gente che ad esempio mantiene titoli azionari dall’anno 2000 con perdite dell’80/90%, e spesso su di essi sono stati investiti grosse somme alla ricerca del colpo della vita. Mai comprare azioni, anche di breve termine, se non diversificate per categorie, per criteri di bilancio, e che non siano sottovalutate e in tendenza rialzista di lungo termine. Il breve termine nell’80% dei casi, è un falso segnale, quando la tendenza di lungo è ribassista.

Ecco come si dovrebbe investire

Gli acquisti di fondi comuni di investimento e di ETF o strumenti similari, durante i ribassi dovrebbero  avvenire secondo il criterio del dollar cost average, e sull’indice azionario mondiale, che ha dimostrato che in 7/10 anni è sempre salito con probabilità vicine all’80% ed oltre. Ai titoli (sempre con un criterio di diversificazione) si dovrebbe destinare invece, una piccola parte del portafoglio. Investire in azioni è molto rischioso, perché la scelta potrebbe rivelarsi sbagliata. Potrebbe portare a perdite (anche azzeramenti del capitale in seguito a fallimenti) che potrebbero non essere ma più recuperate.

Errori da non commettere negli investimenti con queste azioni

Il titolo Intesa Sanpaolo (MIL:ISP) ha chiuso la seduta del 7 settembre al prezzo di 1,70 euro, in ribasso dello 0,22% rispetto alla seduta precedente. Da inizio anno ha segnato il minimo a 1,5842 e il massimo a 2,92.

Le raccomandazioni degli esperti (23 giudizi) sono per una sottovalutazione media del 46,8% (fair value a 2,50 euro per azione). Il rendimento del dividendo (dividend yield) invece si attesta al 10,10%.

Molti abbagliati da questi presunti affari potrebbero comprare le azioni, mentre i prezzi potrebbero continuare a scendere sia di breve, che di lungo termine.

Segnali di trading

Tendenza di breve e medio termine ribassista. Fino a quando non si assisterà ad una chiusura settimanale e poi mensile superiore a 1,8676, i prezzi potrebbero continuare a scendere. Non dimenticare mai il caso Telecom Italia che nell’anno 2000 quotava a più di 5 euro, e in quel momento moltissimi la consigliavano con target stellari. Oggi il titolo ha chiuso, dopo ben 22 anni, al prezzo di 0,2020. Potremmo continuare con tanti altri esempi.

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