Ecco quanto rendono i 2 buoni fruttiferi postali a 6 anni in base agli attuali interessi lordi e netti

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In tempi di incertezza e inflazione alle stelle, il reddito fisso diventa il porto sicuro e più ricercato dal piccolo investitore. Sebbene il rendimento non sia quasi mai in linea con il carovita, almeno si limitano le perdite in conto capitale. Solo laddove l’inflazione dovesse seriamente ripiegare da qui a medio termine ci sarebbe la possibilità di portare a casa anche rendimenti positivi. Tuttavia, quest’ultima al momento ha più i contorni della vaga speranza che non del futuro prossimo a venire.

Nel panorama del reddito fisso un posto speciale lo occupano, tra le preferenze degli investitori, i buoni postali (BFP). Un prodotto semplice e trasparente che negli anni ha regalato molte soddisfazioni in termini di rendimento. Oggi il discorso è decisamente mutato, ma non mancano le occasioni per massimizzare il guadagno in funzione della durata dell’investimento. Sul medio termine, per esempio, ecco quanto rendono i 2 buoni fruttiferi postali a 6 anni in base agli attuali interessi lordi e netti.

I tratti di comunanza dei buoni fruttiferi

Aldilà della struttura dei rendimenti e/o condizioni per la sottoscrizione, poi sono molti i tratti di comunanza trasversali a questi prodotti. Sintetizziamoli.

Uno attiene all’assenza dei costi di sottoscrizione, gestione e rimborso, sia a scadenza che prima. L’emittente, infatti, consente in qualunque momento (ma entro i termini di prescrizione) la liquidazione del titolo in possesso. Si ha diritto alla restituzione del capitale iniziale e agli interessi netti delle sole finestre temporali concluse.

Altri due punti di forza attengono al taglio minimo richiesto e alla sfera fiscale. Sul primo fronte, spesso la cifra è di 50 €, quindi davvero alla portata di tutti. Sul secondo, invece, la ritenuta fiscale applicata è del 12,50%. Inoltre (anche) i buoni sono esenti dalle imposte di successione, mentre quella di bollo si applica nei casi di Legge.

Sui titoli di media-lunga durata la struttura dei rendimenti è solitamente del tipo step-up, cioè crescono all’aumentare del periodo di possesso. Ne deriva che per assicurarsi il miglior ritorno possibile convenga sempre attendere la naturale scadenza del buono. Infine ricordiamo che l’accredito degli interessi arriva insieme al rimborso del titolo.

Ecco quanto rendono i 2 buoni fruttiferi postali a 6 anni in base agli attuali interessi lordi e netti

Dopo averli più volte chiamati in causa, vediamo quali sono i rendimenti lordi e netti dei 2 BFP di durata complessiva a 6 anni. Si tratta del buono 3X2 e del buono Rinnova, ed entrambi prevedono due distinte finestre triennali.

Il rendimento effettivo annuo lordo alla fine del 3° e 6° anno del BFP 3X2 è pari, rispettivamente, all’1,25% e al 2%. Pertanto i coefficienti per la determinazione del montante lordo e netto finale (imposta di bollo esclusa) di questo buono sono pari a:

  • 1,03797070 e 1,03322437 dopo il primo triennio;
  • 1,12616242 e 1,11039212 a scadenza.

Molto più ricco il ritorno lordo e netto finale legato alla sottoscrizione del buono Rinnova. Il rendimento annuo lordo a scadenza è del 3,25% ma prevede delle condizioni particolari per la sottoscrizione. Il titolo, infatti, è dedicato a chi rimborsa uno o più BFP scaduti, purché rimborsati dal 20 settembre 2022 e fino a disponibilità alla sottoscrizione.

Questo titolo, in particolare, prevede un rendimento effettivo annuo lordo al 2,00% e al 3,25% alla fine del 3° e 6° anno di possesso. Quanto ai coefficienti, intermedi e finali, lordi e netti, essi sono infine pari a:

  • 1,06120800 e 1,05355700 dopo i primi 36 mesi;
  • 1,21154727 e 1,18510386 dopo 72 mesi.

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