Ecco perché non si riesce a lasciare il partner anche quando la relazione fa soffrire

partner

I rapporti sentimentali sono per molti motivo di grandi gioie o di grandi dolori. Talvolta capita di continuare a portare avanti una relazione che non soddisfa più e che procura tristezza. Si sente il desiderio, la spinta di andare via e allo stesso tempo non si ha la forza di chiudere definitivamente con l’altro. È una sorta di tormento continuo che porta al sentirsi paralizzati in una realtà che procura forte disagio. Quali sono le ragioni che sottendono una simile condizione? Quali le cause? Ecco perché non si riesce a lasciare il partner anche quando la relazione fa soffrire e qual è una possibile lettura da dare.

Perché è così difficile lasciar andare?

A quanti sarà capitato di pensare o di sentir dire frasi del tipo: «Non lo/a amo più ma non riesco a lasciarlo/a»; oppure: «Sto male, ma qualcosa mi impedisce di andare via». Amare ed essere amati sembra un’azione così semplice e spontanea da non richiedere particolari riflessioni. Eppure, molte relazioni d’amore mostrano al contempo la complessità di un simile sentimento. I legami affettivi che ciascuno di noi instaura con il partner talvolta ricalcano stili di attaccamento costruiti nella relazione con i genitori. La scelta del partner, per quanto possa sembrare dettata dal caso, in realtà talvolta risponde a bisogni specifici o a stili di personalità particolari. Per questo e per molti altri motivi può diventare davvero difficile lasciare il partner anche quando si sente che è l’unica scelta da fare.

Ecco perché non si riesce a lasciare il partner anche quando la relazione fa soffrire

Quando si pensa alla possibilità di chiudere definitivamente una relazione e di proseguire per altre strade della propria vita, frequentemente subentrano emozioni contrastanti. All’entusiasmo di un nuovo senso di libertà subentra il senso di colpa, il desiderio di non voler arrecare danno all’altro. Inoltre, accade anche di sentirsi assaliti dal dubbio se sia la cosa giusta da fare. Insomma, la spinta ad andare via si accompagna spesso ad un forte senso di insicurezza e precarietà emotiva.

Come testimonia uno studio accademico norvegese, l’uscita da un relazione tende ad avere un effetto negativo sul concetto di sé. A volte ciò che frena è l’idea che, con la fine di una relazione, si debba ricostruire parte della propria identità distrutta. Per questa ragione subentra quello che alcuni studiosi definiscono come “senso di disorientamento”. Non sapere in che modo si andrà avanti è fonte di profonda angoscia esistenziale, significa uscire da una zona di comfort ed essere completamente disorientati. Sebbene questa sensazione di spaesamento possa risultare insopportabile, gli autori sottolineano anche quanto il disinnamoramento possa diventare prezioso.

Esso potrebbe infatti aumentare l’autonomia se si proviene da una relazione di subordinazione sentimentale. Rivalutando il proprio ruolo nella relazione, si può sfuggire all’oppressione di alcuni aspetti di subordinazione vissuta. Superando le preoccupazioni sulla ridefinizione della propria identità, magari attraverso un aiuto professionale, è possibile ascoltare le proprie emozioni ed operare una scelta consapevole.

Approfondimento

Genitori stressati e sull’orlo di una crisi di nervi: che fare?

Consigliati per te