Ecco come risparmiare sulla spesa leggendo le etichette

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Siamo appena usciti dalla quarantena sanitaria che ha imposto restrizioni negli spostamenti. Tra le poche cose concesse: l’uscita per l’approvvigionamento di alimenti. Per cui, fare la scorta di alimenti è diventata un’abitudine abbastanza diffusa. Il rischio qual è stato? Riempire frigo e dispensa di cibarie che poi non si è riusciti a consumare.

Per cui, anziché contribuire al bilancio familiare si è finito per spendere più del dovuto, cestinando, nella peggiore delle ipotesi, pure quanto arrivato a scadenza. Ma non tutto è perduto. A soccorrere le tasche delle famiglie ci sono le etichette degli alimenti. Infatti, a saperle leggere, sarà possibile conciliare una sana economia domestica con un sano regime alimentare.    Ecco come risparmiare sulla spesa leggendo le etichette. Vediamo quindi di passare in rassegna perché una corretta lettura delle etichette alimentari fa risparmiare.

La data di scadenza degli alimenti: cosa dice la legge

La legge    fa espresso divieto di vendere prodotti facilmente deperibili, a partire dal giorno successivo alla scadenza indicata sulla confezione. E fin qui, nulla di eccezionale. Infatti come sarà capitato più volte di osservare, solo gli alimenti a più alta deperibilità, come ad esempio i latticini, presentano la scadenza suddivisa in scansione netta di giorno mese e anno.

In tanti altri casi viene indicato solo il mese e l’anno, ed in alcuni è sufficiente solo l’anno. E’ questo il caso, ad esempio, dei pelati o delle verdure in scatola conservabili per più di 18 mesi. Come si può ben vedere, la casistica è molto amplia ed è bene saper leggere le etichette per orientarsi con sufficiente cognizione di causa tra gli scaffali dei supermercati.

Ecco come risparmiare sulla spesa leggendo le etichette

Perchè una corretta lettura delle etichette alimentari fa risparmiare?

Venendo al nocciolo di questo approfondimento, è arrivato il momento di parlare del TMC. Con questo acronimo che significa “Termine Minimo di Conservazione” si è voluto fare un passo avanti rispetto al termine di scadenza anzidetto. Per dirla in termini di facile comprensione il TMC corrisponde alla dicitura: “da consumarsi preferibilmente entro…”.

E’bene sapere che quando ci si trova dinnanzi a questa dicitura nelle etichette dei prodotti, il margine di tolleranza per fare uso degli alimenti è ben più amplio. Per cui questi prodotti, se consumati oltre la data di “scadenza” non comportano rischi per la salute.

Le loro proprietà organolettiche risultano infatti variate, ma non avariate. E’questo il caso degli alimenti secchi come i biscotti in busta. Ciò significa che sarà possibile consumare i frollini anche oltre la data di scadenza, in un arco di tempo ovviamente ragionevole, con l’unico inconveniente magari di una minore friabilità rispetto ai biscotti appena confezionati.

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