Ecco come la fattura elettronica in Italia e tutta Europa può mettere in fuorigioco i furbetti IVA

Mettere in fuorigioco i furbetti IVA

Ecco la proposta UE per uno standard, comune in tutto il Vecchio Continente, per la comunicazione delle forniture transfrontaliere in tempo reale. Con tanto di obbligo di fatturazione elettronica sul commercio intra-UE. Vediamo come funziona il sistema che potrebbe rendere davvero dura la vita a chi fino ad oggi si è macchiato di frodi IVA.

In Italia, dal fronte dell’evasione fiscale, rispetto al passato sono stati fatti dei grossi passi in avanti. A partire dall’obbligo di tracciabilità che ha posto un freno all’economia sommersa. Pur tuttavia, tra i Paesi europei l’Italia è in testa per quel che riguarda l’evasione IVA.

Basti pensare che, in termini di tasse evase, su dati del 2020 è emerso che nelle casse UE c’è stato un ammanco pari a complessivi 93 miliardi di euro. Con una quota rilevante dell’evasione derivante proprio dalle frodi IVA.

Tasse evase nel 2020

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Ecco come la fattura elettronica può contrastare le frodi sull’Imposta sul Valore Aggiunto

Nel dettaglio, le frodi IVA sul commercio intra-UE sono una piaga che genera effetti economici e sociali negativi per tutti gli Stati membri. Ed è per questo che, in tutta Europa, l’UE punta ad introdurre un nuovo sistema di fatturazione elettronica.

In particolare, ecco come la fattura elettronica contrasterà le frodi IVA. Precisamente, rendendo la fatturazione elettronica non solo obbligatoria. Ma anche associata, con uno standard comune in tutto il Vecchio Continentealla comunicazione delle forniture transfrontaliere in tempo reale.

L'Italia è tra i Paesi peggiori nell'UE

L’Italia è tra i Paesi peggiori nell’UE-proiezionidiborsa.it

Sulla mancata riscossione IVA l’Italia è lontana rispetto a Paesi virtuosi come la Francia e la Germania

Su dati del 2020, come sopra accennato, l’Italia è in testa con 26,2 miliardi di euro di gap IVA. Inteso come differenza tra l’imposta dichiarata e l’imposta versata nelle casse dello Stato. Il controvalore è decisamente più alto rispetto agli altri principali Paesi UE. A partire dalla Germania con un gap che si riduce a 11,1 miliardi di euro. Corrispondente ad appena il 4,8%, in termini percentuali, sulla mancata IVA riscossa nell’UE. Così come in Francia, con 14 miliardi di euro, la mancata riscossione IVA pesa solo per l’8% sul totale.

In termini percentuali, con il 20,8% di gap IVA in UE, l’Italia è tra i Paesi peggiori. Precisamente, è preceduta solo dalla Romania con il 35,7%, e da Malta con il 24,1%. Mentre secondo Paolo Gentiloni, che è l’attuale commissario UE all’Economia, con il nuovo sistema di fatturazione elettronica gli Stati membri potranno recuperare annualmente entrate fino a ben 11 miliardi di euro. In un lasso di tempo da qui a dieci anni.

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