È più soddisfatto e appagato chi ha comprato il BTP Futura 2030 o il BTP Futura 2028?

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A distanza di circa due mesi dall’inizio delle contrattazioni del secondo BTP Futura del 2020, è già tempo di primi, parziali bilanci. In questa sede ci chiederemo se è più soddisfatto e appagato chi ha comprato il BTP Futura 2030 o il BTP Futura 2028.

I due bond hanno codici ISIN, rispettivamente, IT0005415291 e IT0005425761 e sono regolarmente quotati sul mercato regolamentato MOT di Borsa Italiana. La Redazione di ProiezionidiBorsa analizzerà dunque i due bond e ne trarrà qualche prima, valida conclusione.

Le due strutture cedolari a confronto

Il BTP Futura 2030 offre l’1,15%, per i primi 4 anni; poi l’1,30% nei successivi 3 ed infine l’1,45%, per il triennio finale. Facendo una media ponderata (ossia moltiplicando e sommando i tassi per i rispettivi anni) ne viene fuori un tasso d’interesse nell’ordine dell’1,285%. Al lordo della ritenuta fiscale del 12,50% e al netto del premio fedeltà finale.

Quanto invece al BTP Futura 2028, nei primi 3 anni la cedola è dello 0,35%, poi dello 0,60% nel successivo triennio, infine l’1% nei due anni residui. Anche qui facciamo una media ponderata ed otteniamo lo 0,606% circa, sempre al netto del premio finale e al lordo delle tasse del 12,50%.

Il grafico sottostante (fonte: Investing) traccia i trend dei due bond sul mercato secondario dall’emissione ad oggi.

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È più soddisfatto e appagato chi ha comprato il BTP Futura 2030 o il BTP Futura 2028?

Ora, solo nel rammendare la struttura cedolare dei due BTP è evidente già una prima convenienza del decennale rispetto all’altro. Sarà pure vero che ci sono due anni in più di durata, ma la discrepanza tra i due rendimenti medi ponderati è palese. Nessuna questione di discriminazione da parte dell’emittente. Dopo 4 mesi dalla prima emissione, infatti, le condizioni sui mercati obbligazionari erano decisamente migliorate. Quindi il rendimento necessariamente è sceso; tutto qui.

Anzi, in certo senso c’è da dire che alle attuali condizioni sul mercato dei tassi quei 2 anni in più di durata sono una sorta manna dal cielo. Il riferimento è alla costante discesa della curva dei rendimenti su tutte le scadenze, Ossia laddove nel 2028, o ‘29 o ‘30 dovessero persistere ancora la compressione dei rendimenti, si riterrà ‘fortunato’ chi avrà comprato nel passato a tassi più generosi.

Poi magari nel 2024, o ’25, 0 ’26, etc, questi scenari di mercato potrebbero pure cambiare radicalmente e quindi annullare del tutto tale vantaggio. Oggi tuttavia le cose stanno così.

Vediamo perché

Sul mercato secondario i due titoli di Stato si scambiano a prezzi diversi da 100. Nel dettaglio, il BTP Futura 2030 prezza all’incirca a 105,45, per cui il tasso d’interesse medio ponderato della partenza è sceso. A grandi linee, il rendimento alla scadenza in questi giorni oscilla intorno allo 0,6% circa. Per quanto riguarda il BTP Futura 2028 invece, il suo corso viaggia sui 101,65; dunque il rendimento offerto alla scadenza risulta essere pari a circa lo 0,34%.

Ricordiamo poi che per entrambi i titoli il calcolo del premio fedeltà non va preso in considerazione. Esso è infatti appannaggio di chi lo ha comprato in emissione e lo terrà fino a scadenza.

C’è poi un’altra considerazione sempre in tema di premio fedeltà. Quanto più lenta e graduale sarà la ripresa economica post-pandemica, potenzialmente più vantaggio trarranno i sottoscrittori del BTP Futura 2030. Essi, infatti, avrebbero più tempo affinché il PIL risalisse e andasse oltre all’era pre-Covid.

Infine, in questo articolo illustriamo 3 dati che stanno particolarmente a cuore alle due categorie di sottoscrittori di questo bond. Ecco dunque la risposta al quesito se è più soddisfatto e appagato chi ha comprato il BTP Futura 2030 o il BTP Futura 2028.

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