Dopo la pandemia siamo diventati più cattivi? Probabilmente sì, lo afferma un autorevole studio

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Luogo comune o verità? Con la pandemia siamo diventati peggiori, ad affermarlo sarebbe un recente studio universitario.

Spesso ci capita che sull’autobus o in treno ci strattonino maleducatamente e senza motivo. Quando siamo al volante incontriamo sempre più automobilisti alquanto alterati e nervosi. Non parliamo poi delle file alle Poste o al supermercato dove anche le persone più insospettabili possono alzare i toni improvvisamente. Le riunioni di condominio sembrano poi diventate un vero campo di battaglia. Colpa della pandemia? Ecco i risultati di un’autorevole ricerca.

Dopo la pandemia siamo diventati più cattivi? È proprio così

Gli studiosi della Florida State University College of Medicine, negli Stati Uniti, hanno condotto un’indagine dal titolo “La pandemia ha cambiato la nostra personalità?”. Il campione, oggetto dello studio è davvero ampio: ben 7.109 partecipanti. Sono stati condotti precedenti studi per verificare se eventi traumatici collettivi come terremoti od inondazioni potessero avere effetto sulla personalità degli individui ma l’esito è stato negativo.

In questa nuova ricerca sembra invece che il Covid abbia cambiato il modo di agire delle persone. Sono stati messi a confronto i tratti della personalità in base a cinque fattori – equilibrio, estroversione, apertura mentale, gradevolezza e coscienziosità. Le valutazioni sugli iscritti allo studio on-line Understanding America erano già iniziate pre-pandemia (maggio 2014 – febbraio 2020) poi sono proseguite durante marzo – dicembre 2020 e successivamente fra 2021-2022. Le valutazioni non hanno rilevato significativi cambiamenti fra il periodo pre-pandemia e il picco pandemico. Al contrario dal 2021 si sarebbero verificati cali di estroversione, apertura mentale, gradevolezza e coscienziosità.

Gli effetti più profondi si sono verificati nei giovani

I risultati più evidenti hanno riguardato i giovani (dai 18 anni) che hanno riportato un calo soprattutto sotto l’aspetto dell’equilibrio, della gradevolezza e della coscienziosità. Sarebbero diventati, sempre secondo lo studio, più inclini allo stress, più irresponsabili e meno collaborativi.  Altro aspetto interessante rivelato dalla studio è l’entità del cambiamento che corrisponderebbe ad un decimo di una deviazione standard, che equivarrebbe a circa un decennio di cambiamento della personalità di norma.

Il Movimento internazionale della Gentilezza

Dagli eventi traumatici possono nascere però anche cose belle: nel 2020, proprio durante il lockdown nasce il Movimento Internazionale della Gentilezza. Si tratta di una rete mondiale di cui fanno parte aziende, enti pubblici ed ospedali come l’Ospedale Pediatrico Meyer. Il Movimento trae origine da un presupposto biologico: sarebbe infatti stato dimostrato scientificamente che la gentilezza, il perdono e l’ottimismo influenzerebbero il nostro DNA.

Il libro, d’ispirazione al Movimento, è “Biologia della Gentilezza” scritto a quattro mani da Daniel Lumera, biologo naturalista di fama internazionale ed Immaculata De Vivo, cattedra ad Harvard ed epidemiologa. La gentilezza non sarebbe solo un valore quanto un fattore biologico legato all’evoluzione e alla longevità. Secondo il Movimento sopravvive il più gentile non più il più forte. Le iniziative pubbliche a livello di educazione e formazione hanno coinvolto diversi Comuni in Italia: da Firenze ad Arco, da Faenza a Bari. Ricordiamo che la Giornata Mondiale della Gentilezza ricorre il 13 novembre ma ovviamente quest’ultima sarebbe una virtù da coltivare ogni giorno soprattutto se dopo la pandemia siamo diventati più cattivi!

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