Corsa in banca, Poste o finanziaria per chiedere il rimborso di queste somme che tutti abbiamo pagato almeno una volta

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Per chi ha stipulato finanziamenti e intende estinguerli anticipatamente oggi avrà un doppio rimborso! Ecco perchè.

Stare attenti alle spese è ormai diventata la regola fondamentale per tantissime famiglie a causa del crescente aumento dei prezzi dei principali beni di consumo. Arrivare alla fine del mese, soprattutto quando si hanno figli minori o studenti, è diventato ormai sempre più complesso. Se poi alle spese quotidiane, si aggiungono l’affitto, la rata del mutuo o di qualche finanziamento quello che rimane è davvero poco.

Oltre a risparmiare sulla spesa e tagliare i consumi, sono tanti coloro che disponendo magari della liquidità necessaria, decidono di estinguere un finanziamento precedentemente contratto. In tal modo, si avrà una rata in meno da pagare e si risparmierà anche un bel po’. L’estinzione anticipata consente di estinguere il finanziamento o il prestito in qualsiasi momento rispetto al termine stipulato nel contratto. Questa facoltà è consentita di regola per tutti i tipi di finanziamento, a breve o lungo termine, cessione del quinto, mutui o prestiti personali. Estinguere anticipatamente il prestito può essere un vantaggio in quanto si può ottenere una riduzione importante rispetto all’intero importo rateizzato.

Ecco quando conviene l’estinzione anticipata

Quando otteniamo un finanziamento, ci ritroviamo ovviamente a restituire una somma superiore a quella ricevuta, aumentata di spese e interessi. Come le spese d’istruttoria, ovvero quelle pagate alla banca per istruire la pratica di finanziamento, spese d’incasso rata, recupero spese postali e altre.

La richiesta di estinzione anticipata di finanziamento è un diritto riconosciuto al consumatore che può far valere in qualsiasi momento. Fino a qualche tempo fa, in caso d’estinzione anticipata il consumatore avrebbe dovuto pagare una somma pari alle rimanenti rate diminuite d’interessi e costi recurring.

Ovvero i costi di tutte quelle spese, diverse dai tassi d’interesse, poste a carico del cliente, legate alla durata del contratto stipulato. Ciò in quanto il consumatore, estinguendo anticipatamente il prestito, non fruisce più del servizio al quale si è obbligato al momento della stipula. Tra questi costi rientrano le spese d’incasso rata oppure della polizza vita. Non rientravano, pertanto, i costi up front, ovvero le spese che si sostengono quando si decide di avviare la pratica di apertura finanziamento. Questi sono del tutto indipendenti dalla durata del prestito. Questi costi si riferiscono ad esempio alle spese d’istruttoria e di gestione della pratica, commissioni d’intermediazione e bancarie.

Corsa in banca, Poste o finanziaria per chiedere il rimborso di queste somme sborsate e non rimborsate

Fino a poco tempo secondo la giurisprudenza e l’ABF, il consumatore aveva diritto alla restituzione dei soli costi recurring escludendo quelli delle spese d’istruttoria. Ma la Corte di Giustizia con la sentenza Lexitor ha contraddetto tali orientamenti riconoscendo il diritto del consumatore anche ai costi up front.

Il nostro legislatore recependo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia, in un primo momento ha limitato tale riconoscimento ai soli contratti stipulati dal 25 luglio 2021. Mentre per quelli con data anteriore, il consumatore può ottenere il solo rimborso dei costi recurring. Ma la sentenza della Corte Costituzione n.263 del 22 dicembre scorso ha stabilito che anche per i contratti stipulati prima del 25 luglio 2021, il consumatore possa e debba ottenere il rimborso di entrambe le tipologie dei costi. Pertanto comincia la corsa in banca, Poste o finanziaria per quanti intendono ottenere il rimborso di tali costi su finanziamenti stipulati anche prima del 2021.

Si consiglia di rivolgersi ai propri legali di fiducia, a CAF o altri patrocini per avere ulteriori informazioni.

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