Come tutelare l’eredità dal pignoramento e dai creditori

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Tutti sogniamo di ricevere una cospicua eredità da uno zio ricchissimo che non sapevamo di avere. Ma spesso la realtà è diversa. Ci si può trovare ad affrontare situazioni particolari, successioni ereditarie che comprendono anche posizioni debitorie.

Ma il problema che potrebbe porsi riguarda anche i debiti in testa ad uno degli eredi. Considerando che il debitore risponde delle proprie obbligazioni con il suo intero patrimonio, sia presente che futuro, l’eredità potrebbe essere a rischio.

Come tutelare l’eredità dal pignoramento e dai creditori

Per comprendere bene a quali rischi si va incontro nel caso vi siano più eredi ed uno di essi debba soddisfare dei creditori, dovremo parlare della divisione delle quote. Se infatti il patrimonio ereditario risulta indiviso, i creditori possono attaccare l’intero asse. Se si trattasse di un immobile, questo verrebbe venduto ed i creditori potrebbero essere soddisfatti in base alla quota spettante all’erede debitore. Il coerede otterrebbe la sua quota. Solo se dalla vendita si dovesse realizzare un importo maggiore del debito da soddisfare, la differenza potrebbe essere incassata dal soggetto esecutato.

Naturalmente nell’asse ereditario potrebbero rientrare anche beni mobili e conti correnti, per tutelare i quali ci possono essere diverse modalità. Nel caso di conti cointestati con il defunto il pignoramento non può riguardare le quote inerenti altri soggetti oltre il debitore. Se i debiti riguardano l’erede, questi potrebbe rinunciare all’eredità almeno fino a quando i debiti non vengano pagati o non si prescrivano. In alternativa si potrebbe decidere di cedere ad altri la quota, godendone senza averne giuridicamente la proprietà. Affinché un creditore possa avviare la procedura di pignoramento, è necessario che vi sia formale accettazione dell’eredità da parte del debitore.

Quando conviene rinunciare all’eredità

Sapere come tutelare l’eredità dal pignoramento è indispensabile per riuscire a trasferire i beni familiari ai propri figli. Qualora si intenda soddisfare i creditori senza intaccare i beni in successione è possibile agire con la rinuncia.

Bisogna anche tener presente che è possibile rinunciare e decidere in un secondo momento di accettare la quota spettante in un secondo momento. Il diritto all’accettazione si prescrive infatti entro 10 anni e dunque entro questo tempo si può modificare la propria scelta.

Se si dovesse optare per questa soluzione, occorrerà presentare formale revoca alla rinuncia, esplicitando chiaramente la propria intenzione ad essere riammessi nell’asse ereditario. Di fatto potrebbe essere più semplice rinunciare in favore di altri eredi e questi potrebbero concedere il godimento della cosa al rinunciatario. Naturalmente questa opzione si può prendere in considerazione soltanto se i rapporti tra i soggetti interessati sono distesi.

La situazione in cui conviene rinunciare del tutto all’eredità si verifica quando il de cuius aveva molti debiti. In questo caso bisogna però considerare che a seguito di rinuncia saranno i nostri parenti in linea retta o collaterale a subentrare. Dunque la rinuncia dovrebbe essere fatta da tutti.

Accettazione con beneficio di inventario

Quando non si conosce la composizione dell’eredità, può essere prudente accettare con beneficio di inventario. In questo modo si mette al riparo il proprio patrimonio da eventuali attacchi di creditori del defunto. Bisogna anche considerare che l’inventario del patrimonio del de cuius potrebbe avere un costo notevole qualora si trattasse di un patrimonio ingente. Con questa soluzione però l’erede non sarà tenuto a rispondere ad eventuali creditori per importi superiori a quanto ricevuto dall’eredità. Potrà così tutelare il patrimonio personale.

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