Come recuperare il più possibile andando in pensione 5 anni prima con 70.000 euro di premio oltre al TFR di oltre 1.000 euro per ogni anno di lavoro

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Sembra paradossale ma in alcune circostanze lavoratori e aziende puntano allo stesso obiettivo in materia previdenziale. Il lavoratore mira ad andare in pensione prima rispetto alle regole dell’INPS. L’azienda invece punta a tagliare il personale più anziano, riducendo i costi e dotandosi di lavoratori più giovani e più propensi alle nuove tecnologie. Un favore all’azienda ed uno ai lavoratori quindi, è ciò che in determinate circostanze la Legge ammette. E dal punto di vista dei lavoratori i vantaggi sono multipli, perché oltre alla pensione anticipata si può ottenere anche un cospicuo premio in denaro.

Come recuperare il più possibile andando in pensione 5 anni prima con 70.000 euro di premio oltre al TFR di oltre 1.000 euro per ogni anno di lavoro

Un tipico esempio di un’azienda che vuole ridurre il personale senza passare da veri e propri licenziamenti, che in fatto di gradimento sono controproducenti, sembra provenire da Melfi in Basilicata. L’azienda è Stellantis, colosso nell’industria automobilistica di cui fa parte anche l’ex FIAT. Anche se non in via ufficiale, pare che l’azienda sia arrivata al punto di offrire un benefit notevole ai lavoratori per le dimissioni volontarie. I lavoratori in questione sono quelli prossimi alla pensione. In altri termini, coloro che si trovano a 5 anni dal compimento dell’età pensionabile o a 5 anni dal completamento della carriera utile alle pensioni anticipate. 

Come recuperare il più possibile andando in pensione è una domanda che trova risposta proprio nel lavoratore che rientra nell’incentivo all’esodo e nel contratto di espansione. Il lavoratore riuscirà a lasciare il lavoro 5 anni prima ed allo stesso tempo si porterà a casa una dote economica molto importante. L’incentivo all’esodo, cioè il nome di questo genere di offerta che le aziende propongono ai loro dipendenti, è pari a 70.000 euro. Ed è una somma da aggiungere al TFR che ogni lavoratore percepisce al termine del rapporto di lavoro. Più anni di lavoro ci sono alle spalle, maggiore è questo TFR.

Incentivi all’esodo e contratti di espansione

Ogni lavoratore dipendente mette da parte uno stipendio circa all’anno come liquidazione. Ipotizzando che l’uscita spetti ad un lavoratore con 30 anni di carriera e con uno stipendio medio durante i 30 anni di circa 1.500 euro, questo lavoratore prenderà almeno altri 40.000 euro di TFR. Evidente che tra incentivo all’esodo e TFR il gruzzoletto con cui va a casa questo lavoratore e ingente. Tornando al pensionamento, lo strumento si chiama contratto di espansione. Deve essere l’azienda ad avviarlo in sede governativa con i rappresentanti del Governo e con accordo su base sindacale.

I lavoratori potranno godere di questo scivolo sia rispetto alla pensione di vecchiaia che rispetto a quella anticipata. In quest’ultimo caso, con lavoratori che si trovano ad aver già maturato più o meno 38 anni di contribuzione versata, l’uscita prescinde all’età. Inoltre in questa situazione, l’azienda oltre ai 70.000 euro di incentivo, ed oltre a garantire un assegno di prepensionamento pari alla pensione maturata alla data di uscita, deve completare i versamenti contributivi fino ai 42 anni 10 mesi previsti dalla pensione anticipata. Per chi invece si trova a 5 anni dai 67 anni della pensione di vecchiaia, la contribuzione aggiuntiva non è prevista. In questo caso però l’uscita è già a partire dai 62 anni. 

Approfondimento

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