I casi in cui bastano soli 20 anni di contributi per andare in pensione anticipata anche a 56 anni di età

INPS

Il nostro sistema previdenziale è basato su due pilastri. Parliamo della pensione anticipata e di quella di vecchiaia. In entrambi i casi si parla di misure ordinarie. Ma allo stesso tempo il sistema ha diverse altre possibilità, in deroga alle misure ordinarie. APE  sociale, Opzione donna e Quota 102 sono le misure recentemente introdotte, tra proroghe (le prime due) e vere novità (la terza).

Ma esistono altre vie di uscita anche più vantaggiose di queste. Infatti, ci sono casi in cui bastano soli 20 anni di contributi per andare in pensione anticipata. E sono casi e soluzioni strutturali, cioè che fanno parte del sistema ormai a titolo definitivo.

Misure che pochi conoscono e che andiamo ad approfondire con una approfondita guida.

I casi in cui bastano soli 20 anni di contributi per andare in pensione anticipata anche a 56 anni di età

Nella stragrande maggioranza dei casi, le misure in deroga prevedono una lunga carriera contributiva per poter essere utilizzate. 

L’APE sociale per esempio, necessita di 30, 32 o 36 anni di contributi. La Quota 102 invece ne prevede 38, mentre sono 35 per Opzione donna. 

Se pensiamo che la pensione di vecchiaia ha nei 20 anni la soglia contributiva, la differenza è enorme. Ma con 20 anni di contribuzione, esistono possibilità alternative. 

Per esempio, c’è la pensione anticipata contributiva. Alla stregua della pensione di vecchiaia ordinaria, anche la anticipata contributiva vuole 20 anni di contribuzione. Ma sempre rispetto alla vecchiaia ordinaria, l’età pensionabile passa da 67 a 64 anni.  

Servono due altri requisiti. Il primo riguarda i contributi versati e la data del primo versamento. Occorre essere contributivo puro. Significa aver versato il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995. Il secondo requisito invece, è sull’importo della pensione. Occorre che l’assegno percepito alla data di decorrenza della pensione, sua più alto di 1.300 euro. Infatti deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. 

La pensione con invalidità pensionabile

Ancora più favorevole l’uscita per chi ha problemi di invalidità. Con invalidità pensionabile pari o superiore all’80%, c’è la pensione di vecchiaia anticipata. 

Si esce dal lavoro a 56 anni per le donne ed a 61 anni per gli uomini. Serve attendere una finestra di 12 mesi per la decorrenza del primo rateo di pensione. 

E molti non sanno che 20 anni di contributi bastano  per lasciare il lavoro con invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%.

Un chiarimento è necessario però per questa misura. L’invalidità pensionabile è quella assegnata dalla commissione medica INPS. Non basta che sia la commissione medica delle ASL a certificare l’invalidità civile superiore all’80%. 

Devono essere i medici INPS a certificare la riduzione della capacità lavorativa dell’invalido. Naturalmente basandosi sulle attitudini e sulle mansioni svolte dal diretto interessato. 

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