Com’è fatto un buono fruttifero postale e cosa potrebbe succedere ai propri risparmi in caso di default

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Milioni di famiglie in Italia affidano i loro risparmi alle Poste. Lo fanno non solo depositando i soldi in giacenza libera su un conto BancoPosta oppure su un libretto di risparmio. Molto spesso, però, investono in buoni fruttiferi postali e anche con un orizzonte temporale lunghissimo. Per esempio, anche a 20 anni.

Sui buoni fruttiferi postali, pur tuttavia, bisogna fare molta attenzione a distinguere il soggetto che li distribuisce e il soggetto che, invece, li emette. Questo perché non sono le Poste a emettere i buoni fruttiferi postali, ma la Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

Mentre le Poste hanno l’esclusiva della distribuzione. Il che significa che i buoni fruttiferi non si possono sottoscrivere in banca, ma sempre e solo attraverso i canali online e offline del gruppo postale che è quotato in Borsa a Piazza Affari.

Com’è fatto un buono fruttifero postale e cosa potrebbe succedere ai propri risparmi in caso di default

Inoltre, rispetto al passato, al buono fruttifero postale che si vede e che si tocca, ovverosia a quello cartaceo, si aggiunge pure quello che, sottoscritto online dal portale web delle Poste, non si vede e non si tocca. In quanto la sottoscrizione avviene in forma dematerializzata.

Chiarito come è fatto un buono fruttifero postale, vediamo ora di chiarire pure cosa potrebbe succedere, per questi prodotti di risparmio che sono gettonatissimi da parte degli italiani, in caso di default.

Cosa succederebbe se la CDP dovesse fallire?

Nel dettaglio, mettendoci davvero nel peggiore dei casi possibili, cosa potrebbe succedere al risparmiatore che investe in buoni fruttiferi postali in caso di default? Al riguardo c’è da dire che dovrebbe andare in default la Cassa Depositi e Prestiti che è una società statale. Quindi il rischio di default della CDP risulta essere equiparabile al fallimento dello Stato italiano.

Scenario che, quindi, è alquanto remoto. Proprio per questo i buoni fruttiferi postali spiccano tra gli strumenti e tra i prodotti di risparmio più gettonati dagli italiani. Perché sono garantiti dallo Stato italiano. Inoltre, ai risparmiatori italiani i buoni fruttiferi postali piacciono, tra l’altro, pure perché, al netto degli oneri fiscali, sono sempre privi di costi di sottoscrizione e di rimborso. Così come, con una tassazione agevolata sugli interessi lordi maturati, che è attualmente al 12,50%, in qualsiasi momento il sottoscrittore di buoni fruttiferi postali può chiedere il rimborso del capitale che è stato investito.

Ecco, dunque, com’è fatto un buono fruttifero postale e cosa potrebbe succedere in caso di default.

Approfondimento

Non tutti sanno che alle Poste è possibile verificare se esistono buoni fruttiferi postali intestati o cointestati a proprio nome

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