Come andare in pensione da 56 a 64 anni nel 2023

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Verrà modificato il sistema pensionistico italiano nel 2023? Difficile rispondere ad una domanda del genere oggi. Infatti tutto dipenderà dalla Legge di Bilancio che il nuovo Governo sarà chiamato a varare entro fine anno per la sua entrata in vigore dal primo gennaio dell’anno successivo. E sarà il pacchetto pensioni della manovra finanziaria quello determinante per capire come effettivamente si potrà andare in pensione nel 2023.

Oggi infatti ci sono tre zone dove un lavoratore può pescare per ipotizzare una sua uscita dal mondo del lavoro. Una possiamo definirla la zona certa, quella con le misure che anche nel 2023 sicuramente saranno attive. L’altra invece riguarda misure in scadenza il 31 dicembre prossimo, ma che probabilmente saranno confermate nel 2023. Misure però su cui ci sono ancora dei dubbi. La terza strada invece è quella delle vere e proprie ipotesi di nuove misure, quelle di cui da tempo si parla.

Come andare in pensione da 56 a 64 con le misure attuali

Le misure su cui i lavoratori potranno sicuramente contare nel 2023 per andare in pensione a partire dai 56 anni di età sono sostanzialmente quelle strutturali presenti già nel nostro ordinamento. C’è la pensione con invalidità pensionabile che per le donne si completa con 56 anni di età e 20 anni di contributi versati mentre per gli uomini si completa con 61 anni di età e 20 anni di contributi versati. L’invalidità pensionabile deve essere pari ad almeno l’80%. A 64 anni invece resterà sempre la pensione anticipata contributiva, misura che consente a chi non ha contributi versati prima del 1996, di accedere alla quiescenza con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati. Serve però che la pensione arrivi a 2,8 volte l’assegno sociale.

Le misure di pensione che vanno verso una proroga

Opzione donna, APE sociale e Quota 102, sono queste le misure pensionistiche che scadono tutte e tre il 31 dicembre prossimo, ma sulle quali ci potrebbero essere importanti novità nella Legge di Bilancio. Si tratterebbe in pratica di un’operazione di proroga di queste misure, che sopraggiungerebbero probabilmente nel momento in cui una vera riforma verrà posticipata. Senza nuove misure infatti è probabile che si prenda tempo prorogando le vecchie. L’APE sociale per invalidi, disoccupati, caregivers e gravosi.

Tutti in pensione a partire dai 63 anni con contribuzione compresa tra 30 e 36 anni. Opzione donna con 35 anni di contributi versati e età pari a 58 o 59 anni (rispettivamente per dipendenti e autonome) ma solo se completati entro la fine del 2021. Oggi è così, ma domani con la proroga potrebbe cambiare la data entro cui maturare i requisiti che passerebbe al 31 dicembre 2022.

Le nuove misure ipotizzate, almeno una ha discrete possibilità

Anche la Quota 102 potrebbe essere confermata a partire da 64 anni di età con 38 anni di contributi. Ecco perché molti di chiedono come andare in pensione da 56 a 64 anni di età l’anno venturo. Perché confermare la Quota 102 significa riaprire alla possibilità di pensionamento a 64 anni. Ma sarebbe una forzatura, tant’è che si pensa a Quota 103. L’età passerebbe da 64 a 65 anni, anche se già si parla di una Quota 103 con flessibilità. Infatti potrebbe nascere una quota 103 con cui a 65 anni potrebbero uscire quanti raggiungono 38 anni di contributi.

A 64 anni invece potrebbero uscire quanti raggiungono 39 anni di versamenti previdenziali. Questa è la misura che ha più possibilità di essere introdotta nel sistema, come fisiologica prosecuzione della Quota 100 e della Quota 102. Più possibilità rispetto all’opzione donna estesa anche agli uomini che così uscirebbero con una pensione contributiva a 58 o 59 anni di età. E maggiori possibilità anche della ormai famosissima Quota 41 per tutti, alternativa alla pensione anticipata ordinaria con 41 anni di contributi versati.

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