Da gennaio con 20 anni in pensione i nati nel 1956 e 1959

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Una pensione nel 2023 ha diverse strade e diverse misure che lo consentono. Nella maggior parte dei casi però servono carriere lunghe e durature e spesso partite molto da lontano. Per esempio servono 41 anni di contributi per la relativa Quota per i lavoratori precoci. E poi servono 42 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata ordinaria. Con 20 anni di contributi però sono sostanzialmente due le tipologie di lavoratori che potranno godere di questa possibilità. Sono i nati nel 1956 e i nati nel 1959. Certo, anche i nati tra il 1956 e 1959 avranno le loro possibilità, ma le regole del sistema previdenziale riducono sostanzialmente a queste due anni di nascita la possibilità di uscire con 20 anni di contributi versati.

Da gennaio con 20 anni in pensione ci andrà chi ha 67 anni

Saranno i nati nel 1956 coloro i quali potranno centrare la pensione di vecchiaia ordinaria nel 2023. Tutti quelli che insieme ai 67 anni di età hanno completato i 20 anni di contributi. Per raggiungere l’obiettivo possono essere utilizzati tutti i contributi a qualsiasi titolo versati o accreditati. In buona sostanza contributi da lavoro, contribuzione da riscatto, versamenti volontari e contribuzione figurativa.

Per i nati nel 1964 uscita a 20 anni di contributi

Per gli iscritti alla previdenza sociale dopo il 31 dicembre 1995 la pensione si può centrare anche con 64 anni di età e con soli 20 anni di contributi versati in. Serve però che la pensione liquidata sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. E nel 2023 compiranno i 64 anni di età i nati nel 1959. Sono lavoratori che per forza di cose hanno l’assegno calcolato interamente con il metodo contributivo, proprio perché non hanno contribuzione versata nel sistema retributivo.

Per i contributivi il rischio di arrivare a 71 anni di età

Per questi lavoratori che non hanno contribuzione nel retributivo, saltare l’uscita a 64 anni con vent’anni di contributi versati, espone a rischi seri. Da gennaio con 20 anni in pensione ma solo con tutti i requisiti centrati. E rischi seri di perdere anche la possibilità della vecchiaia ordinaria. Infatti potrebbe saltare pure l’uscita a 67 anni. Non raggiungendo la pensione minima pari a 1.311 circa al mese, può escluderli dalla pensione anticipata contributiva. E per questi lavoratori potrebbe saltare pure la pensione di vecchiaia a 67 anni di età. E sempre per lo stesso vincolo della pensione minima alla data di decorrenza. Per la pensione di vecchiaia i contributivi puri devono ottenere almeno un assegno pari ad 1,5 volte l’assegno sociale. In assenza di una pensione pari a 702 euro al mese la pensione slitterebbe a 71 anni.

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