Ci sarà un soft o un hard landing negli Stati Uniti? Ecco cosa ne pensa Goldman Sachs

Ci sarà un soft o un hard landing negli Stati Uniti

La nota banca Goldman Sachs ha stilato un outlook per il 2024, con lo scopo di aiutare gli investitori ad orientarsi in un mercato reso incerto dall’attuale situazione geopolitica e da quella legata ai tassi di interesse. Infatti, nel corso del 2022 e 2023 le Banche li hanno aumentati notevolmente portandoli in area Euro al 4,25% e in USA al 5,25/5,50%.  Secondo le previsioni di alcuni analisti, si dovrebbe presto assistere ad un taglio dei tassi di interesse.

Tuttavia, per il momento le Banche centrali – eccetto quelle dei Paesi cosiddetti ”emergenti” – stanno adottando una politica attendista poiché l’inflazione, pur essendosi abbassata molto, non ha ancora raggiunto il target sperato e cioè quello del 2%, nè sarebbe ancora vicina a farlo. In molti si chiedono se, nella situazione attuale, si potrebbe assistere ad un soft o ad un hard landing negli Stati Uniti. Goldman Sachs, nel già citato outlook, ha provato a dare una risposta a questa domanda. Cerchiamo di capirne di più.

Ci sarà un soft o un hard landing negli Stati Uniti? L’opinione degli analisti di Goldman Sachs

Prima di tutto, spieghiamo che cosa sono un soft o un hard landing. Il primo termine, dal significato letterale di “atterraggio morbido”, indica un rallentamento  dell’economia che però continua a crescere, sebbene più lentamente.

Il secondo, invece, indica una brusca frenata dell’economia, che comincia dunque a calare. L’hard landing potrebbe anche portare ad una recessione. Alcuni investitori infatti temono che gli Stati Uniti corrano questo rischio durante l’anno, principalmente a causa della situazione legata ai tassi di interesse elevati. Ma sarà così?

La risposta

Secondo l’outlook di Goldman Sachs, l’attuale situazione economica degli Stati Uniti sarebbe più in linea con un soft landing che con un hard landing.

Infatti, il mercato del lavoro evidenzierebbe un ”graduale ribilanciamento” e la disinflazione sembrerebbe destinata a proseguire. Ciò nonostante, gli analisti della nota banca sottolineano di essere coscienti dei rischi legati all’instabilità geopolitica e all’impatto dei tassi di interesse elevati sull’economia statunitense.

Gli analisti di Goldman Sachs non sono gli unici a sostenere che l’economia statunitense possa probabilmente starsi avviando verso un soft landing, anzi.

Lo scenario di soft landing appare il più probabile

Ad esempio, gli analisti di un grande asset management e cioè Miramaud sono a loro volta convinti che questo sarà con tutta probabilità lo scenario che si profilerà nei prossimi mesi. Come ipotesi alternativa, invece, suggeriscono che gli Stati Uniti possano dirigersi – se non verso il più probabile soft landing – verso un no landing -, termine che indica uno scenario nel quale non si verifica un rallentamento, ma l’inflazione rimane sopra la tendenza. In questo caso, la FED dovrebbe aumentare i tassi di interesse o mantenerli elevati più a lungo del previsto.

Ciò che è certo, comunque, è gli analisti di entrambe le parti escludono l’ipotesi di una recessione e ritengono molto più probabile un soft landing.

Anche in base ai dati a nostra disposizione possiamo ipotizzare che al momento ci troviamo in un ciclo economico che non va verso la recessione o un forte rallentamento ma verso un soft landing. In questo caso, inflazione (che rimarrebbe attorno ai livelli attuali), tassi e crescita economica risulterebbero bilanciati. Pertanto, le Banche centrali non avrebbero ragione al momento di intervenire sui tassi e questi  in questo contesto, seppure elevati, non rappresenterebbero un pericolo.

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