Dove investire quando l’inflazione scende

Dove investire quando l'inflazione scende

L’inflazione è un indicatore economico di vitale importanza. Come ben sappiamo,  le Banche centrali ritengono che un target equilibrio sia il 2%. Frattanto, nonostante questa stia scendendo dai massimi raggiunti negli scorsi mesi, BoE, FED e BCE stanno adottando un atteggiamento attendista e non hanno ancora annunciato decisioni in merito a eventuali tagli dei tassi. Molti analisti prevedono che i tagli avverranno nel mese di aprile o di giugno, con la BCE a fare da apripista e indicazioni potrebbero venire proprio dal prossimo meeting del 7 marzo. Tuttavia, non c’è alcuna certezza, poiché i dati in proposito non sono ancora abbastanza incoraggianti.  In questa situazione in molti potrebbero chiedersi in quali asset investire. Cerchiamo di rispondere a questa domanda.

Dove investire quando l’inflazione scende?

Quando l’inflazione diminuirà ulteriormente, probabilmente le Banche centrali taglieranno i tassi di interesse. In un contesto simile, i trader potrebbero valutare di investire in obbligazioni governative e corporate di alta qualità.

Questo è quanto affermato da Kieran Curtis, uno dei principali analisti di Abdrn, società di investimento globale e noto gestore patrimoniale. A suo avviso, infatti, i momenti successivi al picco dell’inflazione sono i migliori per ottenere rendimenti extra grazie alle obbligazioni. Tuttavia, questo non è l’unico asset su cui sarebbe opportuno investire.

Oro e fondi immobiliari

L’oro e i fondi immobiliari permettono non solo di diversificare gli investimenti, ma anche di garantire una maggiore copertura al proprio portafoglio. Quest’ultima è estremamente necessaria in un contesto economico come quello attuale, caratterizzato da una notevole incertezza che spinge gli investitori ad una maggiore cautela. Ecco dove investire quando l’inflazione scende.

L’andamento dell’inflazione europea, la stima di Eurostat

Si ricorda che secondo le ultime rilevazioni, quest’ultima avrebbe raggiunto il +2,6%, un dato incoraggiante se si considera che a gennaio 2024 ammontava a +2,8%. L’anno scorso, nello stesso periodo, l’inflazione era addirittura a 8,5%.

Ciò nonostante, la stima di Eurostat è leggermente superiore rispetto a quello che si aspettava la maggior parte degli analisti, che proiettava che l’inflazione raggiungesse addirittura +2,5%. Insomma, per il momento l’obiettivo del 2% fissato dalla BCE e dalle altre Banche centrali sembra ancora distante.

I dati sull’inflazione core

Oltre ai dati già considerati, dobbiamo tenere conto anche di quelli relativi all’inflazione core, un altro indicatore molto importante e tenuto in considerazione dalle Banche centrali.

Quest’ultima esclude beni come cibo, energia, alcol e tabacco, ha evidenziato invece un incremento del 3,1% su base annuale.

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