Che succederebbe se euro e dollaro crollassero? La soluzione è la valuta segreta che ha quasi 100 anni e di cui nessuno parla: ce l’ha un Paese vicino a noi

Che succederebbe se euro e dollaro crollassero? La soluzione è la valuta segreta che ha quasi 100 anni e di cui nessuno parla: ce l'ha un Paese vicino a noi

Il crollo dell’euro o del dollaro, per alcuni analisti, non è semplice utopia ma un timore radicato. Se questo scenario si verificasse, quali sarebbero i Paesi maggiormente colpiti e cosa succederebbe all’economia globale? La questione è di primaria importanza, dato il ruolo rivestito da queste due valute.

Ma gli Stati dovrebbero davvero avere un piano di emergenza? Se la prospettiva vi sembra abbastanza apocalittica, non lo è per la Svizzera, che ha deciso di dotarsi di una moneta alternativa, grazie alla quale, anche in caso di crisi, è possibile scambiare beni e servizi senza ricorrere ai contanti.

WIR: a cosa serve la moneta svizzera alternativa alle classiche valute?

WIR: a cosa serve la moneta svizzera alternativa alle classiche valute?

WIR: a cosa serve la moneta svizzera alternativa alle classiche valute? [foto @Piotr Swat/Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

In Svizzera viene usata anche una “moneta parallela”, il WIR, nato nel 1934 durante la Grande Depressione e dotato di un circuito di credito facente capo alla WIR Bank, una banca cooperativa. Ancora oggi, vi ricorrono circa 60.000 piccole e medie imprese.

Non si tratta solo di una valuta diversa dal contante ma di un vero e proprio meccanismo di credito e di pagamento. Chi utilizza il WIR ha la possibilità di comprare beni o servizi senza ricorrere alle banche tradizionali, ma servendosi di un credito che viene controllato in maniera elettronica.

Ma come funziona davvero questa valuta? Supponiamo che un imprenditore necessiti di un nuovo macchinario per la sua fabbrica e si rivolga a un fornitore aderente al circuito WIR. Il costo dell’apparecchiatura è di 20.000 franchi e decide di pagare una parte in contanti e una parte in WIR. L’imprenditore, dunque, usa i crediti che ha eventualmente maturato in precedenza vendendo a sua volta dei beni agli altri soggetti appartenenti al circuito. Avrà, di conseguenza, l’opportunità di avvalersi dei WIR in suo possesso per pagare quanto dovuto, senza un reale scambio di denaro.

Luci e ombre del WIR: si può esportare in Italia?

Luci e ombre del WIR: si può esportare in Italia?

Luci e ombre del WIR: si può esportare in Italia?

Il WIR esplica il suo ruolo di valuta di emergenza nei momenti di maggiore incertezza economica e finanziaria, quando le banche iniziano a negare il credito. Il suo ruolo primario, infatti, è quello di consentire alle imprese di continuare a svolgere le proprie attività con maggiore serenità. È proprio questo il segreto che ha aiutato la Svizzera ad avere un’economia solida.

In Italia, purtroppo, una simile soluzione non è ancora stata adottata e, dunque, se l’euro crollasse non ci sarebbero alternative valide per tutelare le imprese. Occhio, però, perché anche il WIR presenta dei rischi e non è automaticamente adattabile agli altri Stati. Ha avuto successo in Svizzera perché questo Paese ha già un sistema economico florido e, soprattutto, è ben radicata la cooperazione e la fiducia tra le imprese e tutti gli operatori economici.

In Italia, non sarebbe garantito il successo di un simile impianto, perché la realtà imprenditoriale nostrana è ben lontana da quella svizzera e decisamente più lacunosa, in cui è maggiormente diffusa la dipendenza dal tradizionale credito delle banche e, dunque, c’è meno solidarietà e cooperazione.

Ci sarebbe, infine, un ulteriore ostacolo all’uso del WIR in Italia: la mancanza di una legislazione chiara e definita. Da questo potrebbe derivare il pericolo di un utilizzo errato della valuta alternativa e le probabilità di evasione o pratiche scorrette sarebbe troppo elevato. Utilizzare il WIR anche nel nostro Paese, dunque, significherebbe cambiare la mentalità imprenditoriale e incentivare la solidarietà tra le aziende, creando una rete di fiducia tra i protagonisti del mercato. Un’operazione complicata ma, forse, essenziale.

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