C’è un’altra crisi oltre la guerra che erode il Pianeta e si piazza nell’agenda di ogni Governo

siccità

Con le nostre buone ragioni, in Italia siamo presi dal gas e dal possibilissimo razionamento. Questo comporterà una diversa temperatura negli ambienti chiusi sia d’estate che d’inverno. Il tema che sta tormentando molte aree vaste del Mondo riguarda la siccità. E non possiamo non tenerne conto perché comporterebbe crisi nell’agricoltura, nell’alimentazione e quindi flussi migratori.

L’allarme

Se dalle nostre parti il problema finora ha interessato parte del Po che pare abbia ridotto la portata d’acqua, altrove ci sono crepe nei terreni. Non si coltiva, perché non si irriga. Quindi non si mangia. E non si tratta di bazzecole se a questo si aggiunge il calo di import di cereali per molti Paesi a causa del conflitto in Europa. Di tutto questo (che apparentemente pare non riguardarci) se ne parla alla 15esima Conferenza delle parti della United Nations Convention to Combat Desertification (Unccd) in Costa d’Avorio. Il tema scelto è “Land, life, legacy, from scarcity to prosperity”, ovvero terra, vita e eredità, dalla scarsità alla ricchezza. Il problema grosso riguarda parte dai dati.

C’è un’altra crisi oltre la guerra che erode il Pianeta e si piazza nell’agenda di ogni Governo

Il 40% del Pianeta è costituito da terreni degradati, che cioè potrebbero essere produttivi ma non lo sono. La priorità è quella di ripristinare 1 miliardo di ettari degradati entro il 2030. La faccenda non è destinata a rimanere sul tavolo dei relatori ma sarà messa all’ordine del giorno di tutti i Paesi. Al pari del messaggio della FAO sul rischio di una crisi alimentare di larga scala. Alla missiva, infatti, ha fatto seguito l’impegno europeo a cercare di sbloccare i carichi di cereali fermi nei porti presi d’assalto dalla Russia. A dire che si tratta di priorità rilevate da Enti autorevoli anche se siamo comodamente seduti davanti una tavola imbandita e il problema pare riguardare altri.

I presenti

Per avere un’idea della rilevanza consideriamo che sono invitati diversi Capi di Stato africani. Ancora il Presidente francese Emmanuel Macron e il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, entrambi presenti tramite videocollegamento. Questo perché c’è un’altra crisi oltre la guerra e l’impegno che viene chiesto ad ogni Stato riguarda azioni specifiche. Tra le altre la richiesta di vigilare sui diritti di proprietà magari mediante criteri più ferrei. Ancora misure a favore dell’uguaglianza di genere, organizzazione dell’uso della terra e impulso ai giovani. In sostanza un po’ quello che in Italia si sta sperimentando con la Regione Puglia che ha per così dire recuperato terreni incolti da destinare alla coltura del grano. Parte della policy è questa. Ovviamente declinata su larga scala.

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