Attenzione perché chi guida con la patente sospesa può subire la revoca anche dopo molto tempo

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Esistono una serie di infrazioni che il Codice della Strada ritiene particolarmente gravi e punisce, per questo, in modo severo. Può farlo prevedendo che alcune infrazioni abbiano conseguenze penali. Un esempio delle conseguenze penali derivanti da comportamenti alla guida può essere quello rappresentato dall’occultamento della targa del proprio veicolo. Non è raro, infatti, che alcuni conducenti, pensando di evitare autovelox e T-Red, manipolino la targa del proprio mezzo di trasporto coprendola o modificando anche un solo carattere. Questo comportamento ha conseguenze molto più gravi di quello che in generale si possa pensare. È prevista addirittura la reclusione fino a 6 anni oltre ad una multa salata.

Un esempio, invece, di infrazioni che portano a sanzioni amministrative accessorie può essere rappresentato dalla guida utilizzando il telefono cellulare. Si tratta di un’infrazione che, per quanto diffusa ed estremamente sottovalutata, mette a serio rischio l’incolumità fisica di chi la commette. Infatti, con il veicolo lanciato ad alta velocità, distrarre l’attenzione anche per pochi istanti può costare veramente caro e portare ad incidenti anche fatali per le persone coinvolte.

Le sanzioni amministrative accessorie della sospensione e revoca della patente

Dunque, il Codice della Strada punisce con una multa fino a 660 euro chi utilizza il telefono cellulare alla guida. In realtà, però, la stessa norma prevede che se il trasgressore viene di nuovo colto a compiere la stessa infrazione entro 2 anni subisce anche una sanzione accessoria. Infatti è prevista la sospensione della patente fino a 3 mesi. La sospensione della capacità di guidare, per un certo lasso di tempo, dimostra come la legge ritenga davvero pericoloso l’utilizzo di dispositivo elettronici alla guida. Come ricorda la giurisprudenza, bisogna fare attenzione perché chi guida con la patente sospesa rischia la revoca definitiva della licenza. Questo comporta un periodo di almeno 2 anni, a seconda dell’infrazione da cui deriva il ritiro, di interdizione della guida. Una volta trascorso il periodo di blocco, l’interessato potrà sottoporsi ad un nuovo esame per conseguire la patente di guida.

In una recentissima sentenza, del 18 novembre 2022 numero 34108, la Corte di Cassazione ha suggerito a chi ha la patente sospesa di fare estrema attenzione. Infatti l’articolo 128 del Codice della Strada prevede, per chi guida con la patente sospesa, una multa fino a 678 euro, ma soprattutto la revoca della patente. Ora la revoca della patente è un provvedimento che vede la competenza principale del Prefetto. La legge prevede per la revoca della patente un procedimento particolare e autonomo.

Attenzione perché chi guida con la patente sospesa rischia la revoca con autonomo provvedimento

Questo significa che è del tutto legittimo che la Pubblica Amministrazione, in caso di guida con la patente sospesa, emani due provvedimenti. Uno con cui infligge la sanzione principale e un altro con cui revoca la patente. Quello che, però, si ritiene importante segnalare è che la revoca della patente è un provvedimento autonomo che il Prefetto può disporre entro 5 anni dal momento della violazione. La Cassazione ricorda che il provvedimento di revoca della patente non è sottoposto ai termini di decadenza che, invece, limitano la sanzione principale. Dunque, un provvedimento di ritiro autonomo è del tutto legittimo anche se effettuato a distanza di 5 anni dall’infrazione. E anche quando eseguito senza il ritiro immediato della patente e con contestazione differita.

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