Attenzione a non compiere questo errore quando si effettua un bonifico tra parenti 

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La Redazione di Proiezionidiborsa ha discusso in molteplici occasioni delle causali giuste da utilizzare in un bonifico. Ma attenzione a non compiere questo errore quando si effettua un bonifico tra parenti. Ancor di più, la domanda ricorrente dei nostri Lettori è relativa a quale sia la causale giusta da inserire in un bonifico per non suscitare l’attenzione del Fisco. Ma, esiste una causale giusta? Ovvero, quanto è rilevante ciò che si indica in un trasferimento monetario?

Di fatto, non esiste una causale che possa lasciare indenne il contribuente da un’eventuale infrazione. Sembra evidente che la logica che utilizza il legislatore fiscale è quella del comportamento concludente. Pertanto, se si effettua un bonifico ad un figlio per l’acquisto di una casa, o per l’acquisto di un’automobile, a nulla rileva la causale “prestito infruttifero”. Ed è lapalissiano quando il beneficiario del bonifico non è in grado di restituire la somma ricevuta, magari perché studente o casalinga.

Conclusioni della Corte e comportamento concludente

Per intenderci ancor meglio, la logica è la stessa che si utilizza con l’applicazione del redditometro. Ovvero, per assurdo, non rileva l’assenza di redditi dichiarati nel caso si accerti che il contribuente è proprietario anche solo indirettamente di uno yacht o di una Ferrari.

La Cassazione ha ritenuto che una liberalità fatta al coniuge configura la donazione, è, quindi, da tassare anche quando sia durata meno di 24 ore. È quanto stabilito con l’ordinanza n.27665/2020.

Ai fini delle configurabilità della donazione, ciò che rileva è l’arricchimento del beneficiario, a fronte di un depauperamento del disponente.

La Corte è stata chiamata a pronunciarsi in merito ad una sentenza della CTR, che aveva considerato legittimo l’avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate.

Attenzione a non compiere questo errore quando si effettua un bonifico tra parenti

L’Agenzia delle Entrate aveva emesso l’avviso di liquidazione nei confronti di un contribuente che aveva donato 12 milioni di euro alla moglie. Donazione fatta mediante accredito su un conto fiduciario, anche se l’importo dopo 24 ore, veniva trasferito su un conto di una società a lui intestata. Denaro trasferito con la causale “finanziamento soci”.

Orbene, la Corte ha rilevato che a nulla rileva la causale, ma deve considerarsi il comportamento concludente del contribuente stesso. Nella predetta fattispecie, la Corte ha ritenuto che non essendoci stata deliberazione della società sul finanziamento ricevuto, la moglie avesse acquistato la titolarità della provvista. In altre parole, la moglie ha comunque acquistato la piena disponibilità giuridica dell’importo.

Appare chiaro, dunque, che qualsiasi sia la causale, ciò che conta per il Fisco è il comportamento concludente dei soggetti disponenti.

 

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