Assegno mensile INPS da 286,81 o 651,51 euro per chi ha problemi ai reni

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Sono molte le malattie che colpiscono i reni ed l’apparato urinario. Nei casi più gravi è possibile richiedere all’INPS il riconoscimento dell’invalidità civile e del relativo assegno pensionistico. Se la percentuale di invalidità e le condizioni di reddito rispettano i requisiti che prevede la normativa, l’interessato può inoltrare una specifica richiesta di sussidio. Vediamo in cosa consiste e per quali condizioni cliniche spetta un assegno mensile INPS da 286,81 o 651,51 euro per chi ha problemi ai reni.

Qual è l’impatto delle malattie renali sulla qualità della vita

L’impatto delle malattie renali sulla qualità della vita può essere talvolta molto forte e limitante. Secondo alcuni dati che riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa 500 milioni le persone che nel mondo soffrono di malattie simili. I Tecnici di ProiezionidiBorsa hanno spesso puntato l’accento sull’importanza che i medici esperti ascrivono alla prevenzione e allo screening in presenza di alcuni segnali. In tali casi, infatti, lo stile di vita e quello alimentare possono avere un’incidenza positiva sulla remissione sintomatica e sul decorso della malattia.

Differente è, invece, lo scenario per chi soffre di una patologia cronica che coinvolge reni e apparato urinario. In tali occasioni, è possibile richiedere all’INPS il riconoscimento dell’invalidità e, in base alla percentuale di range, l’ottenimento della pensione per invalidi civili. In questo secondo caso, dobbiamo distinguere ben due importi. Ecco perché parliamo di assegno mensile INPS da 286,81 o 651,51 euro per chi ha problemi ai reni. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e quali condizioni mediche possono rientrarvi.

Assegno mensile INPS da 286,81 o 651,51 euro per chi ha problemi ai reni: a chi spetta?

Le principali malattie relative all’apparato urinario che le Tabelle Ministeriali riconoscono come invalidanti sono: la glomerulonefrite ereditaria (invalidità al 100%); ipoplasia renale bilaterale (invalidità 75%); tumore di Wilms (invalidità civile del 95%); esiti di nefropatia in trattamento dialiticio permanente (invalidità dal 91 al 100%); estrofia della vescica urinaria (invalidità 80%); sindrome nefrosica con insufficienze renale grave (invalidità tra 81 e 90%); grave insufficienza renale con complicanze (invalidità dal 51 al 100%).

In tutti questi casi, laddove si riconosca una percentuale di invalidità superiore al 74%, allora scatta il diritto alla pensione di invalidità civile. Questa condizione, però, resta valida se sussistono anche i requisiti di reddito. Se la percentuale di invalidità quindi oscilla tra il 74 e il 99%, l’assegno spettante corrisponde a 286,81 euro. Questo è quanto indica l’art. 38 della Legge n. 448 del 2001. Nel caso in cui il soggetto presenti una invalidità totale assieme a un reddito basso, può ottenere la quota maggiorata di 651,51 euro al mese. Ecco, dunque, le principali condizioni di ammissibilità alla richiesta.

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