Altro che doccia, per lavarsi bene c’è l’antico metodo giapponese. Il bagno che ti cambia la vita

Il bagno giapponese prevede l'utilizzo della doccia e della vasca

Lavarsi è una necessità, ma qualche volta anche un momento per rilassarsi e ritrovarsi un po’. Il metodo giapponese è impareggiabile per poter avere un’esperienza completa e rigenerante.

Lavarsi è importante perché permette di rigenerare la pelle e soprattutto di pulirla da tanta piccola sporcizia. Se potessimo guardare al microscopio cosa c’è sulla nostra pelle dopo una giornata, rimarremo stupefatti.

Tutto quello che si trova sulla nostra pelle

Batteri vari contratti dall’aver toccato cose o semplicemente dato la mano ad una persona. Una miriade di polveri sottili e gas inquinanti solo per aver passeggiato un po’ in città. Pollini allergenici nel periodo primaverile non mancano nell’aria che respiriamo e si posano anche sul nostro corpo. Sporcizia varia e polvere che si trova un po’ dovunque.

Alla fine poter fare una doccia è davvero un gesto liberatorio. Ci permette di ripulire la nostra pelle e di portar via anche le sensazioni poco piacevoli di una giornata. Se volessimo però avere un’esperienza totale che coinvolge corpo e mente, allora scopriamo l’antico metodo giapponese.

Altro che doccia, per lavarsi bene spazio all’antico metodo giapponese

Anticamente si utilizzava il bagno in vasca, ma poi è subentrata la doccia nelle nostre case. La doccia oramai è legata alla parola velocità, e la pulizia diventa un fatto meccanico invece che un momento per ritrovarsi. Per fortuna ci viene incontro l’antico metodo giapponese che può farci aprire gli occhi su un modo nuovo di lavarsi.

Il metodo giapponese prevede due momenti nella pulizia del corpo. Prima di tutto ci si lava a fondo sotto la doccia, oppure utilizzando un secchio e una brocca d’acqua. La persona riempie il secchio d’acqua e poi bagna il corpo e lo insapona. Poi con la brocca, a poco a poco ci si sciacqua. Lo scopo di questa prima parte è di pulirsi a fondo come facciamo anche da noi.

La seconda fase del bagno giapponese

Terminata questa prima fase si passa ad un bagno rilassante e rigeneratore. Nelle case giapponesi è comune avere una vasca da bagno chiamata Ofur. Le persone si immergono completamente nell’acqua molto calda, che può arrivare anche a più di 40 gradi. Ci si immerge già puliti dalla doccia precedente, e per questo nella vasca vi possono entrare anche più persone, ma l’acqua non si cambia ed è sempre la stessa. Allora altro che doccia, per lavarsi bene seguiamo questo metodo.

In genere il bagno si fa di sera e dura molto tempo. La prima parte con doccia o secchio prevede una posizione verticale o accovacciati. Ma nella seconda parte il corpo si allunga e si distende. Lo scopo del secondo bagno è duplice: permette una pulizia più profonda, perché l’acqua calda elimina le tossine dal corpo. Inoltre è un bagno senza tempo, proprio per favorire il rilassamento e la distensione della mente. Nelle vasche di legno di cedro giapponese o di pietra, spesso all’aperto, ci si immerge per contemplare le stelle e sentire l’unità con la natura. A proprio agio nell’acqua calda anche se fuori fa fresco.

I sentimenti del bagno giapponese

Si fa un bagno anche insieme in famiglia o nei bagni pubblici. In questi ultimi le persone, maschi e femmine divisi in ambienti diversi, si ritrovano anche per parlare. A casa invece è un momento per cementare maggiormente l’unità della famiglia. Infatti in Giappone più che il sentimento individuale, si coltiva piuttosto l’appartenenza a un gruppo.

Un’esperienza, quella del doppio bagno, che possiamo ripetere a casa individualmente, soprattutto per chi utilizza ancora la vasca. È la magia dell’acqua che rigenera.

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